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Emergenza N-COV-19. NurSind La Spezia, replica a Toti sul caso tamponi scomparsi: Gli Infermieri sono tra quelli che attendono gli esiti

Non si placa la polemica sul caso dei tamponi smarriti effettuati giovedì 19 marzo su una trentina di persone, tra cui Infermieri operatori sanitari e agenti di Polizia municipale, dopo le parole del Governatore che afferamava "Trattasi di errore umano, cosa dobbiamo fare: fucilare un infermiere che perde i tamponi dopo 12 ore di lavoro?"

E non si è fatta attendere la replica del NurSind, guidato a La spezia da Assunta Chiocca.

"Quando Giuseppe Conte, presidente del consiglio dei ministri della Repubblica italiana ha espresso la propria solidarietà a chi è impegnato in prima linea contro il coronavirus dicendo “un grande abbraccio di solidarietà e tutto il nostro sostegno a medici, infermieri, personale sanitario che stanno spendendosi senza sosta per contenere e combattere l’emergenza virus”, non intendeva caricarli di responsabilità che non gli appartengono e che sono evidentemente invece riconducibili ai governi regionali". Così esordisce Assunta Chiocca, segretaria del sindacato delle professioni infermieristiche NurSind.
"E' ciò che invece si legge oggi e che vorrebbe fare il presidente Toti quando afferma che se i tamponi sono stati persi la colpa è degli infermieri che lavorano troppo e possono essere stanchi e sbagliare. Caro presidente Toti, gli sforzi dei medici e degli infermieri impegnati in prima linea sono quelli che stanno facendo per salvare vite umane in questa che è diventata una vera e propria guerra contro l’epidemia e non quelli di gestire i tamponi! Sono sforzi che durano anche 12 ore per turno e che, purtroppo, con le sue parole rischiano di essere vanificati dal fatto che si ignorano le competenze di ogni singolo operatore sanitario e dall’incertezza della politica regionale che non trova una risposta al problema dei tamponi persi. Dichiarazioni di pessimo gusto che mi spingono a chiedere l’intervento della Fnopi per colmare il suo grande difetto di conoscenza. Ritengo che se si è commesso un errore e lo si banalizza, significa che è già stato individuato il colpevole su cui scaricare la colpa. Bisogna che lei sappia, presidente, che l’infermiere esegue il tampone e lo invia al laboratorio, dopodiché non ha più alcuna responsabilità su di esso, su quale percorso intraprenda o su come venga elaborato. E’ una strategia troppo comoda questa utilizzata di scaricare la colpa sugli altri e si può convertire in una pericolosa arma a doppio taglio: sbagliare è umano ma prendersi la propria parte di responsabilità, nobilita, soprattutto nei nostri confronti, operatori sanitari che lei deve proteggere. L’altro nodo è quello dei tamponi non effettuati sul personale sanitario asintomatico a prescindere dall’avvenuto contatto con pazienti Covid-19 o meno, perché il contagio nelle corsie si è diffuso e gli operatori sanitari infetti asintomatici sono purtroppo i grandi e inconsapevoli protagonisti della diffusione del contagio in ospedali, residenze assistenziali e domicilio di pazienti. Ora per contenere il contagio la soluzione è solo questa.

"Basta - conclude il NurSind - col timore di indebolire gli organici sapendo che facendo tamponi a tappeto molti operatori sanitari risulteranno positivi. La carenza organica andava affrontata prima e non possiamo pagare lo scotto oggi di questa idea politica che si sta trasformando in un boomerang letale".