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Emergenza N-COV-19. NurSind La Spezia, replica a Toti sul caso tamponi scomparsi: Gli Infermieri sono tra quelli che attendono gli esiti

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La Redazione
Pubblicato il: 02/04/2020

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Non si placa la polemica sul caso dei tamponi smarriti effettuati giovedì 19 marzo su una trentina di persone, tra cui Infermieri operatori sanitari e agenti di Polizia municipale, dopo le parole del Governatore che afferamava "Trattasi di errore umano, cosa dobbiamo fare: fucilare un infermiere che perde i tamponi dopo 12 ore di lavoro?"

E non si è fatta attendere la replica del NurSind, guidato a La spezia da Assunta Chiocca.

"Quando Giuseppe Conte, presidente del consiglio dei ministri della Repubblica italiana ha espresso la propria solidarietà a chi è impegnato in prima linea contro il coronavirus dicendo “un grande abbraccio di solidarietà e tutto il nostro sostegno a medici, infermieri, personale sanitario che stanno spendendosi senza sosta per contenere e combattere l’emergenza virus”, non intendeva caricarli di responsabilità che non gli appartengono e che sono evidentemente invece riconducibili ai governi regionali". Così esordisce Assunta Chiocca, segretaria del sindacato delle professioni infermieristiche NurSind.
"E' ciò che invece si legge oggi e che vorrebbe fare il presidente Toti quando afferma che se i tamponi sono stati persi la colpa è degli infermieri che lavorano troppo e possono essere stanchi e sbagliare. Caro presidente Toti, gli sforzi dei medici e degli infermieri impegnati in prima linea sono quelli che stanno facendo per salvare vite umane in questa che è diventata una vera e propria guerra contro l’epidemia e non quelli di gestire i tamponi! Sono sforzi che durano anche 12 ore per turno e che, purtroppo, con le sue parole rischiano di essere vanificati dal fatto che si ignorano le competenze di ogni singolo operatore sanitario e dall’incertezza della politica regionale che non trova una risposta al problema dei tamponi persi. Dichiarazioni di pessimo gusto che mi spingono a chiedere l’intervento della Fnopi per colmare il suo grande difetto di conoscenza. Ritengo che se si è commesso un errore e lo si banalizza, significa che è già stato individuato il colpevole su cui scaricare la colpa. Bisogna che lei sappia, presidente, che l’infermiere esegue il tampone e lo invia al laboratorio, dopodiché non ha più alcuna responsabilità su di esso, su quale percorso intraprenda o su come venga elaborato. E’ una strategia troppo comoda questa utilizzata di scaricare la colpa sugli altri e si può convertire in una pericolosa arma a doppio taglio: sbagliare è umano ma prendersi la propria parte di responsabilità, nobilita, soprattutto nei nostri confronti, operatori sanitari che lei deve proteggere. L’altro nodo è quello dei tamponi non effettuati sul personale sanitario asintomatico a prescindere dall’avvenuto contatto con pazienti Covid-19 o meno, perché il contagio nelle corsie si è diffuso e gli operatori sanitari infetti asintomatici sono purtroppo i grandi e inconsapevoli protagonisti della diffusione del contagio in ospedali, residenze assistenziali e domicilio di pazienti. Ora per contenere il contagio la soluzione è solo questa.

"Basta - conclude il NurSind - col timore di indebolire gli organici sapendo che facendo tamponi a tappeto molti operatori sanitari risulteranno positivi. La carenza organica andava affrontata prima e non possiamo pagare lo scotto oggi di questa idea politica che si sta trasformando in un boomerang letale".