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Maschere N95, l’unica protezione efficace contro il Covid.-19. Lo studio pubblicato sulla rivista The Lancet

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 03/06/2020 vai ai commenti

CoronavirusEsteroStudi e analisi

E’ stata pubblicata sulla rivista The Lancet, una revisione sistematica che analizzati 172 studi ha dimostrato, ancora una volta, che gli infermieri e altri operatori sanitari in prima linea avrebbero dovuto usare  e dovrebbero usare nell’assistenza al paziente Covid-19, respiratori N95 e non maschere chirurgiche.

E’ ormai assodato come la SARS-CoV-2 si diffonda attraverso gli aerosol da goccioline respiratorie; finora gli studi sul campionamento dell'aria hanno trovato l’RNA del virus per una distanza che va dai 2-4 metri ed in altri dai 5 agli 8 metri.

Tuttavia, trovare virus RNA non è necessariamente indicativo di replicazione-virus competente e infezione (vitale) potrebbe essere trasmissibile.

Ad oggi in comunità il distanziamento sociale è una delle misure più importanti al fine di contenere il contagio, con un’incognita ancora sulla distanza efficacia.

L’Uso di maschere sempre in comunità una protezione aggiuntiva ed ancora molto discussa.
Diverso è il discorso per quanto riguarda gli ospedali e la protezione degli operatori sanitari.

I risultati di questa revisione sistematica di 172 studi (44 studi comparativi; n = 25 697 pazienti) su COVID-19, SARS e MERS forniscono le migliori prove disponibili che le attuali politiche dovrebbero attuare: almeno 1 m di distanza fisica è associata a una forte riduzione del contagio dell’infezione e distanze di 2 metri potrebbero essere più efficaci.

In aggiunta indossare maschere (entrambi operatori sanitari e il pubblico in generale) insieme alle visiere per la protezione degli occhi potrebbe essere una maggiore barriera di protezione.

L'uso della maschera facciale potrebbe comportare una forte riduzione del rischio di infezione con una maggiore associazione alla N95 o respiratori simili rispetto a maschere chirurgiche monouso o simili (ad es. riutilizzabili maschere di cotone a 12-16 strati).

Il 30 gennaio 2020, i leader dei sindacati degli infermieri di 22 paesi sotto la bandiera GNU avevano scritto al Direttore Generale dell'OMS e lo avevano invitato ad adottare il principio di precauzione raccomandando per gli operatori sanitari l’uso delle maschere FPP3, proprio perché il il coronavirus era nuovo e gli scienziati stavano ancora imparando come si trasmettesse.

La dott.ssa Raina MacIntyre, un'epidemiologa dell'Università del New South Wales a Sydney, in Australia, ha scritto un commento che accompagna il documento di The Lancet: “Quando c'è incertezza e non si sa tutto riguardo di una malattia, bisognerebbe essere cauti, il che significa che devi prevedere il peggio e fornire il meglio dei dispositivi agli operatori sanitari. Questo tipo di negazione, a cosa serve - se non danneggiare gli operatori sanitari? "

 

Marialuisa Asta

da: Physical distancing, face masks, and eye protection to prevent person-to-person transmission of SARS-CoV-2 and COVID-19: a systematic review and meta-analysis