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Cos’è il Citrobacter e come si trasmette Il batterio Killer che sta seminando paura a Verona.

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 15/06/2020 vai ai commenti

AttualitàCronache sanitarie

 

C’è un batterio che sta diventando resistente ad ogni tipo di antibiotico, e che sembrerebbe essere responsabile della morte di tre neonati: il Citrobacter.

Sarebbero tre i neonati deceduti ed una dozzina colpiti dal batterio che avrebbero sviluppato gravi encefaliti, e riverserebbero in stato vegetativo.

Per questo, in questi giorni sono state chiuse le pediatrie e la terapia intensiva neonatale dell’Ospedale della Donna e del bambino di Borgo Trento a Verona, al fine di sanificare gli ambienti, mentre sarebbe stato chiuso definitivamente il punto nascite, il più grande del Veneto.

 

I casi

Il primo caso è stato quello di Nina, nata a Verona nell’aprile del 2019 e morta a novembre al Gaslini; ed ancora Leonardo, morto lo scorso apriele a 6 mesi, ed il figlio di una coppia di pakistani, morto la scorsa estate. A questi si aggiungono una dozzina di neonati in stato vegetativo.

 

Citrobacter e trasmissione                

Il Citrobacter di cui non si conosce granché, è un batterio comune, isolato in Italia per la prima volta da un gruppo di microbiologi di Lecco, Siena e Firenze. E’ presente nell’intestino e determina soprattutto infezioni delle vie urinarie e più raramente encefaliti infantili.

La trasmissione può essere verticale, da madre a figlio e da persona a persona.

La pericolosità del batterio è data dall’aver sviluppato un’ostinata antibiotico- resistenza, se non alla Colistina, che è però particolarmente tossico per reni e per il sistema nervoso centrale.

 

Il quotidiano “L’Arena” ha raccolto la testimonianza di una mamma: “Mia figlia ha il 70 per cento del cervello bruciato. È nata sana il 4 marzo, anche se prematura di 30 settimane. Adesso ha un grave handicap neurologico. È stata tra la vita e la morte più volte durante i lunghi mesi di ricovero in Terapia intensiva neonatale a Borgo Trento, ma ha tenuto duro ed è rimasta qui. È disabile, con un idrocefalo destinato a peggiorare, dolori e crisi epilettiche, bisognosa di riabilitazione, farmaci, assistenza totale”. Un atto d’accusa molto grave: “A mia figlia è stato tolto di diritto alla salute, perché in ospedale sapevano, quando sono andata a partorirla, che c’era questo Citrobacter e che tutti i piccoli erano a rischio. Eppure nessuno mi ha detto niente”.

 

 da il Fatto Quotidiano