Iscriviti alla newsletter

Il Covid si trasmette anche parlando. 239 scienziati scrivono all’OMS. Ecco cosa sostengono

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 06/07/2020 vai ai commenti

EsteroStudi e analisi

Il coronavirus sta mietendo nuove vittime in tutto il mondo, in bar e ristoranti, uffici, mercati e casinò, dando origine a focolai spaventosi di infezione che confermano sempre più ciò che molti scienziati dicono da mesi: il virus permane nell'aria al chiuso, infettando le persone vicine.

Ed ecco che allora, al fine di ridurre al minimo la possibilità di trasmissione è fondamentale pensare a diversi accorgimenti, specie in luoghi comunitari.

I sistemi di ventilazione nelle scuole, nelle case di cura, nelle residenze e nelle aziende potrebbero dover ridurre al minimo l'aria di ricircolo e aggiungere nuovi potenti filtri. Le luci ultraviolette potrebbero essere necessarie per uccidere le particelle virali.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha a lungo sostenuto che il coronavirus si diffonde principalmente da grandi goccioline respiratorie che, una volta espulse da persone infette in tosse e starnuti, cadono rapidamente sul pavimento e si depositano sulle cose.

Ma in una lettera aperta al W.H.O., pubblicata sul New York time,  239 scienziati in 32 paesi hanno delineato le prove che dimostrano che particelle più piccole permangono nell’aria, il SARS-CoV-2 può trasmettersi, infettando più persone, sia tramite le goccioline più grosse che vengono ad esempio prodotte quando si starnutisce (e questo era già stato appurato) sia (e questa è la novità) da quelle più piccole e più leggere - che si formano quando si parla normalmente - capaci quindi di attraversare uno spazio possono infettare le persone e chiedono all'agenzia di rivedere le sue raccomandazioni. I ricercatori hanno in programma di pubblicare la loro lettera su una rivista scientifica la prossima settimana.

Che l’infezione si trasmettesse con tosse e starnuti era già appurato; la novità sta nel fatto che è sufficiente parlare per poter contagiare un’altra persona che si trova nello stesso ambiente e a corta distanza

Finora invece l’Oms aveva escluso che il Covid-19 potesse trasmettersi per via aerea, tranne che in condizioni estreme, come le rianimazioni cardiopolmonari, e broncoscopie e altre procedure mediche. Adesso, i 239 scienziati di tutto il mondo lo sollecitano a rivedere la propria impostazione, anche se gli stessi specialisti sottolineano che la scoperta non deve essere un motivo di panico: «è assurda la concezione che un virus sia presente continuamente nell’aria a causa di goccioline sparse che corrono per le strade, si intrufolano nelle case e possono infettarci», spiega il virologo Bill Hanage dell’università di Harvard, aggiungendo che «il rischio di contagio c’è soprattutto negli spazi chiusi».

Questo nuovo allarme degli scienziati dovrà portare a rivedere il permanere dell’obbligo delle mascherine negli ambienti chiusi, e a rivedere le regole sulla ventilazione negli ambienti per prevenire i rischi dell’aria condizionata nella trasmissione del Coronavirus.

 

da:239 Experts With One Big Claim: The Coronavirus Is Airborne