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Agli infermieri querele e non bonus. Ecco come il Piemonte premia gli eroi

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 04/09/2020 vai ai commenti

CoronavirusNurSind dal territorioPiemonte

Come rappresentante sindacale ho accolto paure, dolore e doglianze degli infermieri nei mesi centrali della pandemia. Il Piemonte è stato per lungo tempo la seconda Regione con maggiori contagi. Gli infermieri lavoravano senza dpi, per 12 ore al giorno, spesso isolandosi dai propri affetti. Ho fatto 17 esposti per denunciare le situazioni di pericolo alle quali operatori sanitari e cittadini venivano lasciati alla mercè, io stesso ho lavorato in costante scarsità di dispositivi di protezione individuale e senza sosta, eppure sono stato sottoposto a ben due procedimenti disciplinari, inviati al sottoscritto in qualità di dipendente e non di rappresentante sindacale, nonostante io abbia agito sempre come rappresentante sindacale”. A parlare, in occasione della conferenza stampa svoltasi ad Asti, in “merito al diritto di protesta leso durante l’emergenza Covid”, è Salvatore Lo Presti, segretario territoriale NurSind Alessandria.

LA VICENDA

Al segretario territoriale, veniva contestato di avere violato gli obblighi del dipendente e il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, poiché in data 6 aprile, alle ore 11,15 circa, all’inizio di un incontro con la Rsu e le organizzazioni sindacali del comparto, laddove veniva mantenuto il metro di distanza, lo stesso non indossava la mascherina protettiva, rifiutandosi di indossarla nel corso di tutta la riunione. Per questo veniva sottoposto a procedimento disciplinare con richiamo verbale.

Un procedimento disciplinare illegittimo, visto che il segretario territoriale di Alessandria non aveva fatto altro che seguire le direttive aziendali, secondo le quali “tutti gli operatori inclusi gli operatori sanitari”, nell’esercizio di “attività amministrative che non comportano contatto con pazienti Covid 19”, cui certamente è ascrivibile l’attività di trattativa sindacale, “non sono necessari Dpi”, essendo sufficiente “mantenere la distanza dagli utenti di almeno un metro”.  Ed ancora con comunicazione del Direttore sanitario del 26 febbraio scorso si proibiva l’uso di mascherine ed altri dpi in assenza di comprovata necessità, sottolineando eventuali sanzioni per gli utilizzi impropri. In pratica l’azienda contestava a Lo Presti di aver seguito le regole.

Il secondo procedimento disciplinare riguarda la vicenda RSA. Anche qui veniva contestato al segretario territoriale di Alessandria di avere violato gli obblighi del dipendente e il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, poiché con nota scriveva che “la capacità manageriale del Direttore amministrativo dell’Asl AL è pari a zero”, e questo in merito all’ impiego di personale infermieristico presso una Rsa della provincia, in mancanza di idonea tutela della salute dei lavoratori.

Salvatore Lo Presti, come segretario territoriale stava solo portando a termine la propria mission: difendere i lavoratori.

Eppure il richiamo disciplinare ancora una volta è arrivato a Lo Presti dipendente e non sindacalista, nonostante lo scambio di batture tra i due fosse avvenuto in ambito sindacale.

Ho fatto solo il mio dovere di sindacalista, ho chiesto che fossero trascritti protocolli operativi laddove si brancolava nel buio mentre sugli infermieri come una spada di Damocle, pesavano responsabilità di azioni mai compiute fino a quel momento. Ho osato chiedere chiarezza e percorsi chiari, e sono stato punito. Un modo sottile di mettermi a tacere, impresa questa che non gli riuscirà mai, perché tradirei valori personali e la mission per la quale sono stato chiamato a rappresentare gli infermieri delle aziende alessandrine”, conclude il sindacalista.