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100 mila positivi a casa. Di 9600 infermieri previsti assunti solo un centinaio

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 17/10/2020 vai ai commenti

AttualitàCoronavirusCronache sanitarie

Attivate solo metà delle Usca previste ed assunti solo poche centinaia di infermieri di famiglia. L’ assistenza territoriale è fallimentare

Sul fronte Covid, ad essere essenziali non sono solo gli ospedali, con l’ampliamento dei posti letto di malattie infettive e di terapia intensiva, ma anche le cure a casa: sono 100 mila i positivi a domicilio, ma di Usca- unità speciali di continuità assistenziali ne sono state attività la metà e dei 9600 infermieri di famiglia previsti a maggio nel decreto Rilancio, ne sono stati assunti solo poche centinaia.

Infermieri di famiglia

Il decreto Rilancio aveva stanziato 330 milioni per il 2020 e 460 milioni per il 2021 per assumere 9600 infermieri di famiglia, di cui le Regioni hanno messo a punto le linee guida con i requisiti di questa nuova figura solo il 10 settembre scorso.

Al momento però solo pochissime Regioni avrebbero cominciato ad assumere gli infermieri di famiglia per non più di qualche centinaio di unità: Veneto, Emilia Romagna e Toscana.

Assunzioni che si stanno concretizzando con contratti atipici (tempo determinato, cococo ecc.) come previsto dal decreto Rilancio e vista la carenza di nuovo personale a causa dei ridotti posti a bando nelle università alcune Regioni li stanno assumendo dalle Residenze per anziani dove sono quasi tutti liberi professionisti.

Da il Sole24 ore