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DDL a sostegno dei disabili “Dopo di Noi” va al Senato. Cosa cambierà per le famiglie?

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 07/02/2016

EditorialiLeggi e sentenze

Molti genitori che hanno un figlio disabile si chiedono: ”…cosa gli accadrà quando non ci sarò più”, una preoccupazione più che comprensibile, poiché a oggi in Italia lo scenario è il deserto con rare oasi. Presto però, la situazione potrà migliorare, è stato approvato il 4 gennaio alla Camera, con amplissima maggioranza il testo di *Legge “Dopo di Noi”, prima firmataria l’onorevole Paola Binetti (PD); si attende a breve, l'approvazione definitiva del Senato.

La Legge si pone l’obiettivo di incrementare le risorse atte a favorire l’integrazione e sviluppo di sistemi di protezione per disabili, attraverso:

  • L’istituzione di un fondo per l’assistenza dei disabili, svincolato dal regime familiare.
  • Regimi fiscali agevolati per l’assistenza dei disabili.
  • L’attivazione di percorsi per l’indipendenza degli individui.
  • La creazione e il sostegno di case-famiglia o di comunità.

Il Governo prevede già di aumentare nel 2016 il fondo a sostegno dei disabili a 90 milioni di € e di consentire una detassazione dei capitali che i genitori vorranno destinare ai propri figli disabili, per mezzo di assicurazioni, polizze previdenziali donazioni a istituti e associazioni, ecc.. Così i disabili gravi, nel caso restino senza il supporto delle loro famiglie, saranno seguiti e potranno continuare a vivere nelle loro case o in case famiglia.

Alcune perplessità e critiche sull’impianto della legge, sono sopraggiunte da alcune parti politiche, principalmente dal M5s, che esprimendo il loro voto contrario al Parlamento, hanno segnalato un forte sbilanciamento verso il settore assistenziale privato rispetto a quello pubblico, determinato dagli ingenti sgravi fiscali in favore di enti e associazioni private. Secondo il M5s il “privato” deve integrare l’offerta pubblica, non sostituirla, promuovere il *trust per l’assistenza ai disabili, avvantaggia solo una minima parte delle famiglie, quelle abbienti; la maggioranza delle famiglie senza possibilità economiche, saranno discriminate, perché dovranno comunque contare su un fondo pubblico insufficiente a soddisfare le necessità di cura e assistenza dei disabili gravi.

Altra nota dolente proviene dal Dipartimento delle Finanze dello Stato, i conti non tornano. Esaminate le misure del disegno di legge, è stato calcolato un mancato gettito IRPEF di 35,7 milioni€ nel 2016 e 20,4 milioni€ per il 2017; calcolati sulla defiscalizzazione delle polizze previdenziali sulla vita che avranno come beneficiari familiari con gravi disabilità, sulle franchigie applicate alle successioni e donazioni di patrimoni pari a 1,5 milioni di €, sull’esenzione delle imposte di registro e catastali gestiti tramite *trust e dalle deduzioni fiscali annue nella misura massima del 20% del reddito e di 100mila€ per le donazioni e le erogazioni liberali a titolo gratuito.

Ciò nonostante il Governo si dichiara ottimista, asserendo che i tecnici della ragioneria di Stato hanno sovrastimato la platea interessata alle detassazioni, la gradualità stimata nel bilancio, insieme alla monitorizzazione continua dei piani di ammortamento contribuirà a rendere sostenibile la spesa di previsione.

La Legge “ Dopo di Noi”, si prefigge di muovere un primo passo verso la definizione dei Liveas, LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA SOCIALE, terminologia pressoché sconosciuta anche nel mondo sanitario, o meglio, dimenticata. Un principio disatteso dal 2001, quando fu introdotto con la riforma Costituzionale del Titolo V, dove si afferma che lo Stato ha potestà legislativa esclusiva in materia di, «determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale» ( Costituzione art. 117, c. 2, lett. m).

I Liveas in realtà compaiano già con legge 328/2000, legge quadro per la realizzazione del sistema integrato d’interventi e servizi sociali, con lo scopo di definire le prestazioni riferite all’ambito dei servizi sociali. La Legge 328/2000 prevede 2 gradi di livelli essenziali, il primo: “costituiscono il livello essenziale delle prestazioni sociali erogabili sotto forma di beni e servizi secondo le caratteristiche ed i requisiti fissati dalla pianificazione nazionale, regionale e zonale”, delega alle Regioni e Amministrazioni locali la scelta delle misure atte a contrastare la povertà e gli interventi a favore delle categorie svantaggiate e vulnerabili; il secondo grado dispone le prestazioni che obbligatoriamente le leggi Regionali devono prevedere. Chiaramente il grosso limite di questa Legge è nella sua fumosa genericità, non fissando il contenuto effettivo delle prestazioni, nega di fatto il diritto all'assistenza sociale uniforme in tutto il territorio nazionale, in conformità al principio di uguaglianza.

Ci auguriamo che con la prossima promulgazione della Legge “ Dopo di Noi”, si realizzi un primo passo avanti nell’intento di stabilire dei diritti negati ai disabili e alle loro famiglie. L’angoscia e le tragedie familiari, non possono restare inascoltate, nel 2015 a Gallipoli un Preside in pensione uccide il figlio disabile e poi si costituisce volontariamente, il 4 novembre scorso a Mantova, il gesto disperato di un uomo di 88 anni che prima d’impiccarsi ha staccato il respiratore del figlio di 51 anni.

La solitudine di queste famiglie e dei disabili, urla assordante il bisogno di dare risposte certe, individuali, che stabiliscano con fermezza il diritto all’uguaglianza e pari dignità, sancito dalla nostra Costituzione.

 

Fonti:

Quotidiano Sanità - Via libera alla Camera al ddl "Dopo di Noi"

Legge 08/11/2000 n. 328 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”

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