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Nuovi LEA: il provvedimento è ancora impantanato in Parlamento. Ormai se ne riparlerà nel 2017, anche per i fondi.

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 03/12/2016 vai ai commenti

NurSind dal territorio

Desterà una certa delusione l’esito delle audizioni sul DPCM in Commissione Sanità al Senato, delle quali riferisce a Quotidiano Sanità la Senatrice PD Nerina Dirindin (Clicca).

 

Da quanto riportato dalla Senatrice, il tanto atteso decreto del Presidente del Consiglio sull’aggiornamento dei LEA (i Livelli Essenziali di Assistenza), ovvero la ridefinizione delle prestazioni che il sistema sanitario dev’essere in grado di erogare, secondo standard definiti e comuni, su tutti il territorio nazionale è ancora fermo in Parlamento, nonostante fosse stata più volte declamata la sua approvazione entro l’anno.

I motivi per cui il provvedimento ristagna nei cassetti del Parlamento non è noto, come ammette la stessa Dirindin, ma quello che pare certo, ora, è che lo stesso non verrà licenziato entro il 2016.

Si dovrà dunque attendere perlomeno gli inizi del 2017 perché il decreto venga approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, e da lì ancora strada ci sarà da fare affichè i cittadini di tutta Italia possano godere dei nuovi LEA, senza soffrire dell’attuale differenziazione geografica a matrice regionale.

Un ulteriore aspetto di preoccupazione deriva dal vincolo di 800 milioni di euro del Fondo Sanitario Nazionale proprio alla definizione dei nuovi Lea. Un vincolo che consentirà di attingere a quelle risorse soltanto quando il processo di aggiornamento dei LEA sarà compiuto.

Questione non da poco se, come la stessa senatrice ammette, qualche Regione avrebbe potuto già contare di inserire quelle risorse nei propri bilanci, ma che invece non li vedrà entrare nelle proprie casse ancora per diversi mesi.

Un provvedimento, quello sui nuovi LEA, attesissimo e punto cardine della riforma del sistema sanitario, tant’è che la stessa Ministra Beatrice Lorenzin lo ha più volte rimarcato come un elemento di forza del processo in atto.

Nel corso della stessa audizione in Commissione al Senato la Presidente Nazionale IPASVI Barbara Mangiacavalli aveva dettagliatamente relazionato in merito al ruolo e all’importanza della figura dell’infermiere nell’erogazione delle prestazioni correlate ai nuovi livelli e all’organizzazione dei servizi sanitari.

Una relazione (Clicca) che ha puntato decisamente sull’autonomia professionale e sulla collaborazione interprofessionale, riconoscendo all’infermiere degli ambiti di esercizio professionale all’interno delle strutture ospedaliere, nella rete territoriale residenziale e semiresidenziale, con particolare attenzione all’utenza con fragilità, ma anche nelle farmacie e negli ambulatori infermieristici.

Secondo Mangiacavalli l’aggiornamento dei LEA costituirà un’occasione per “favorire l’introduzione nelle Regioni d nuovi modelli di assistenza, in cui l’infermiere assume un ruolo di case e care manager dell’assistenza”, nell’ambito di un sistema collaborativo interprofessionale.

Un progetto che dovrà, pare, attendere ancora qualche tempo per cominciare a vedersi tradotto in realtà, almeno fin tanto che l’iter legislativo sarà compiuto. Le dichiarazioni di Dirindin, purtroppo, lanciano un’ombra di realismo proprio su questo.

 

- TESTO AUDIZIONE LEA BARBARA MANGIACAVALLI QUI