Colpevoli di omicidio colposo infermiere e sanitari se il defibrillatore non funziona
Il Tribunale di Lamezia Terme in primo grado ha emesso la sentenza nei confronti dei sanitari che, a vario titolo, erano stati accusati del reato di omicidio colposo, la giovane vittima è Antonella Vergori di 19 anni. Secondo l'accusa, durante il soccorso e l’intervento di rianimazione il defibrillatore in dotazione al 118 di Falerna non avrebbe funzionato.
I fatti
L’accaduto risale all’8 agosto del 2008. Il padre di Antonella Vergori, racconta le tragiche circostanze:… mia figlia - passeggiava spensierata sul lungomare di Nocera Terinese gustando una granita al latte di mandorla. Mi precedeva di qualche metro, quando ad un tratto la vedevo barcollare e poi cadere priva di sensi. Chiamavo l'ambulanza, gli infermieri tentavano invano di rianimarla, prendevano il defribrillatore, ma qualcosa non andava: me ne accorgevo anche io nella mia disperazione…..E allora la corsa verso l'ospedale ed il terribile verdetto Antonella: Antonella non c’è più.. E’ questa ora la realtà con cui devo confrontarmi ogni giorno….”
Le perizie hanno dimostrato che le batterie del defibrillatore non hanno funzionato. Se quel defribrillatore fosse stato perfettamente operativo, Antonella avrebbe avuto il 60% di possibilità di salvarsi. Le indagini dimostrano che le batterie avevano avuto una manutenzione inadeguata, erano state rigenerate impropriamente, quando invece avrebbero dovuto essere sostituite con delle nuove.
La sentenza
Condannati:
L’ex Direttore sanitario Maurizio Rocca ad 1 anno di reclusione;
L’infermiere Napoleone Stella intervenuto con l'ambulanza sul posto, ad 8 mesi di reclusione. Non avrebbe verificato preventivamente il funzionamento del defibrillatore.
Francesco Rotolo tecnico incaricato al collaudo del defibrillatore ad 1 anno e 6 mesi più alla pena di mesi 6 di reclusione ed 400 euro di multa per il reato di truffa. Avrebbe fatto sottoscrivere ad un dipendente del Comune di Falerna un certificato di collaudo del defibrillatore. Sua la responsabilità di sostituire le batterie difettose.
Oltre alle pene, i tre condannati insieme all’ASP di Catanzaro dovranno risarcire i familiari per complessivi 85 mila euro, nonché al pagamento delle spese processuali.
Assolti per non aver commesso il fatto gli infermieri: Marisa Gigliotti, Concetta Galeano, Franca Aracri, Carlo Cuda e il dottor Stefano Fucile. Per loro, il reato di omesso controllo del defibrillatore non sussiste. La documentazione agli atti chiarisce che i suddetti sanitari che prestavano servizio al 118 di Falerna avevano opportunatamente segnalato i malfunzionamenti di quel dispositivo.
Fonte
www.lametino.it
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