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Paraguay. La prima infermiera a ricevere Sputnik V. Ema avvia rolling review

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 05/03/2021 vai ai commenti

CoronavirusGlobal Nurse

 

L’infermiera Mirian Arrúa, funzionario dell'ospedale nazionale di Itauguá, è stata la prima persona in Paraguay a ricevere il vaccino COVID-19, Sputnik V.

In questo modo è ufficialmente iniziato il processo di vaccinazione contro il coronavirus a livello nazionale e nonostante il numero minimo di dosi ricevute fino ad ora, viene considerata una luce alla fine del tunnel.

Arrúa esercita la professione da 13 anni ed è stato selezionata tra tutto il personale del centro di riferimento per essere la prima immunizzata. Il ministro della Salute, Julio Mazzoleni, ha somministrato la prima dose all'infermiera che, con le lacrime agli occhi, ha ricevuto il vaccino tra applausi e tanta emozione dai colleghi.

“Dico ai miei colleghi di non aver paura, di vaccinarsi. Siamo molto entusiasti di ricevere il vaccino, ma saremo più tranquilli quando arriveranno le dosi per l'intera popolazione”, ha detto l’infermiera pochi minuti prima di ricevere l'immunizzazione.

Ha affermato che il personale sanitario non dovrebbe aver paura di essere vaccinato, poiché questo consentirà di lavorare in modo più sicuro con i pazienti.

"Ho piena fiducia"

 “La prima dose è qui, grazie a Dio. Non succederà niente, mi fido pienamente. Ora aspetto 30 minuti e diremo vittoria”esorta Arrúa.

D'altra parte, la dottoressa Tania Paiva, un medico del reparto di emergenza dell'ospedale di Itauguá, è stata la seconda persona di questo ospedale a ricevere la dose. Si prevede di completare altri 5 volontari di questo centro sanitario per continuare con l'immunizzazione iniziata questo lunedì a livello nazionale.

La scorsa settimana sono arrivate nel Paese 4.000 dosi di vaccini Sputnik V russi, che verranno somministrate agli operatori sanitari che lavorano in unità di terapia intensiva (ICU) che trattano pazienti con COVID-19. L'ospedale nazionale di Itauguá, essendo un riferimento, riceverà 475 dosi.

L'infermiera dell'area di Terapia Intensiva dell'Ospedale Nazionale di Itauguá è stata la prima persona a ricevere il vaccino COVID-19 su tutto il territorio nazionale. La somministrazione è stata trasmessa in televisione in tutti gli angoli del paese vista l'importanza dell'evento.

Sputnik V

Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha avviato la rolling review (revisione ciclica) di Sputnik V (Gam-COVID-Vac), un vaccino anti-COVID‑19 sviluppato dal Centro nazionale russo di ricerca epidemiologica e microbiologica Gamaleja. Il richiedente dell’Unione europea per questo medicinale è R-Pharm Germany GmbH.

 

La decisione del CHMP di avviare la rolling review si basa sui risultati di studi di laboratorio e di studi clinici negli adulti, che indicano che Sputnik V induce la produzione di anticorpi e componenti del sistema immunitario che colpiscono il coronavirus SARS-CoV-2 e possono contribuire a proteggere contro COVID-19.

 

L’EMA esaminerà i dati nel momento in cui diventano disponibili e stabilirà se i benefici del vaccino superano i rischi. La rolling review proseguirà fino a quando non saranno disponibili sufficienti prove a sostegno di una domanda formale di autorizzazione all’immissione in commercio.

 

L’EMA valuterà inoltre se Sputnik V rispetta gli usuali standard di efficacia, sicurezza e qualità dell’UE. Sebbene non sia possibile prevedere la tempistica complessiva, la procedura dovrebbe essere più breve rispetto a quella ordinaria, grazie al lavoro già svolto durante la revisione ciclica.

 

Qual è il meccanismo d’azione previsto del vaccino?

 Ci si aspetta che Sputnik V predisponga l’organismo a difendersi contro l’infezione da  coronavirus SARS-CoV-2. Il virus si serve delle proteine presenti sulla sua superficie esterna, denominate proteine spike, per penetrare all’interno delle cellule umane e diffondere la malattia.

 Sputnik V è composto da due diversi virus che appartengono alla famiglia degli adenovirus, Ad26 e Ad5. Questi adenovirus sono stati modificati in modo da contenere il gene responsabile della produzione della proteina spike del SARS-CoV-2. Non sono in grado di riprodursi nell’organismo e non provocano la malattia. I due adenovirus sono iniettati separatamente: Ad26 è usato nella prima dose mentre Ad5 è usato nella seconda dose per incrementare l’effetto del vaccino.

 Una volta iniettato, il vaccino provvede a diffondere il gene del SARS-CoV-2 nelle cellule dell’organismo.  A quel punto, le cellule utilizzano il gene per produrre la proteina spike. Il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà questa proteina come estranea e risponderà producendo le proprie difese naturali (ossia gli anticorpi e le cellule T).

 

Qualora, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con il SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà la proteina spike del virus e sarà pronto a combatterla: anticorpi e cellule T possono lavorare insieme per uccidere il virus, prevenirne l'ingresso nelle cellule dell’organismo e distruggere quelle infette, contribuendo pertanto a proteggere la persona contro COVID-19.

 

Da La Naciòn