No alla didattica in presenza figli personale sanitario. Dietro front Ministero
Con una nota del 7 marzo, il Ministero dell’Istruzione fa dietro front, ed esclude i figli del personale sanitario dalla possibilità di poter svolgere la didattica in presenza nelle zone ad alto indice di rischio.
Con la nota 343 del 4 Marzo 2021, il Ministero dell’Istruzione chiariva alcuni punti dell’ultimo Dpcm valido dal 6 marzo al 6 aprile, in merito alla Didattica a distanza – DAD, per la quale restavano attuabili, salvo ovviamente diversa disposizione delle Ordinanze regionali le disposizioni del Piano Scuola 2020 2021(“Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di cui l’istruzione ”approvato con DM 26 giugno 2020, n. 39), nella parte in cui prevedono che vada garantita anche “la frequenza scolastica in presenza... degli alunni e studenti figli di personale sanitario o di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano ritenute indispensabili.
La nota del 7 marzo 2021, il Ministero dell’Istruzione, fa dietro front, chiarendo che - con riferimento alle “zone rosse” nelle quali “sono sospese le attività dei servizi educativi dell'infanzia di cui all'art. 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e le attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado si svolgono esclusivamente con modalità a distanza”. In specie, l’articolo 43, secondo periodo, dispone che “resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l'uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l'effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, secondo quanto previsto dal decreto del Ministro dell'istruzione n. 89 del 7 agosto 2020, e dall'ordinanza del Ministro dell'istruzione n. 134 del 9 ottobre 2020”.
Restano dunque esclusi dalla deroga i figli del personale sanitario.