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Infermieri: Il linguaggio invisibile e inascoltato

Emilio Benincasadi
Emilio Benincasa
Pubblicato il: 14/04/2021 vai ai commenti

CoronavirusPunto di Vista

 

E' proprio dove si annida la polvere del tempo che sopravvive l'esperienza. Per la professione infermieristica le riflessioni postume alle vicende legate all'emeregenza covid, rappresentano uno snodo cruciale che deve essere interrogato sino ai più intimi interstizi che hanno sopportato un vissuto emotivamente imponente.

Vissuti intensi che hanno lasciato orme quotidiane, negli spazi attraversati e nelle testimonianze dirette dove è ancora udibile l'eco profonda che proviene dalle radici della professione. Dietro gli sguardi mascherati si contempla un doloroso percorso che spesso è stato artificiosamente ricostruito e celebrato da improbabili riconoscimenti.

Sguardi e sofferenza in rovina, quelli degli infermieri, che sono stati linguaggio invisibile e inascoltato.

Gli infermieri sono stati ammantati da un'aura di eroismo e stomachevoli ringraziamenti di convenienza tanto cari alla Politica situazionista. Un liguaggio mai compreso a pieno, uno sforzo umano straordinario che ha visto gli infermieri percorrere sentieri bui e scoscesi, affacciarsi ogni giorno nell'ombra di abissi sconosciuti a confortare e curare senza sosta e senza risparmio di forze.

In questo tempo, abbiamo visto e sopportato di tutto. Ricapitolando: prima eroi, poi untori e assassini, ora obbligati al vaccino. Su quest'ultimo punto è bene chiarire che la popolazione sanitaria è quella che ha registrato oltre il 90% di copertura vaccinale. Nella restante percentuale bisogna considerare l'impossibilità ad essere vaccinati per problemi legati alla salute.

Ricordo che quando ancora non c'erano i vaccini, al personale sanitario che si contagiava e reclamava essere infortunio sul lavoro, veniva detto che probabilmente il contagio era avvenuto fuori dal luogo di lavoro. Ora invece, qualora si verifica un focolaio in ambiente sanitario è colpa del personale che non si vaccina; ecco servita la commedia dell'assurdo.

Come lavacro delle coscienze, si mette in scena un falsa "caccia alle streghe" da parte di registi politici "inquisitori" per coprire l'evidente inefficienza di un piano vaccinale che ancora arranca in molte parti del Paese. Una triste commedia in un'unico atto, quello della forza. Un'intervento politico nato per nascondere agli occhi degli italiani il deserto sanitario istituzionale dove l'incompetenza è pari ai granelli di sabbia che lo costituisce.

Il Covid-19, per gli infermieri dovrebbe rappresentare un viaggio che origina da qualsiasi punto dell'anima di ciascuno per terminare nello stesso luogo, ossia innanzi le tombe di chi ha pagato con la vita l'essere Infermiere; l'essere ognuno di noi.

E' in memoria dei colleghi che dovremmo imparare a sviluppare un pensiero critico, atto alla riflessione e alla successiva condivisione. E' di fronte a questo doloroso tributo che dobbiamo aiutare ad arrestare il nomadismo di una professione apolide, senza una patria definita e cercare un luogo dove stabilirsi per edificare una solida professione.

E' conservando la memoria dei martiri del bene comune, che possiamo costruire fondamenta salde e profonde, per evolvere. Ma soprattutto, di fronte a tutto questo dovremmo imparare a non dividerci in piccoli pezzi e rompere il ciclo perpetuo delle parole ingannevoli, partendo dal linguaggio che specialmente di questi tempi è prevaricatore, e talvolta provare anche a restare in silenzio prima di parlare a sproposito.

Allora, quando tutto sarà passato dovremo avere memoria di quanto è stato, ed essere in grado di agire criticamente per aiutare e sostenere quello che siamo, semplicemente e meravigliosamente Infermieri.

Dimenticavo, qualora come operatori sanitari, dovessimo vincere il Nobel, personalmente lo rifiuto perchè come disse Sartre allorquando motivò il proprio rifuto al premio "non voglio essere ricordato come un'istituzione in una targa", ma desiderei di gran lunga essere riconosciuto e valorizzato ogni giorno per quello che sono, un professionista della salute.