Iscriviti alla newsletter

Via libera al Green pass Europeo. Ecco come funzionerà

Il Parlamento Europeo , l’8 giugno, ha approvato in seduta plenaria con 546 voti a favore, 93 contrari e 51 astensioni (cittadini dell'UE) e con 553 a favore, 91 contrari e 46 astensioni (cittadini di paesi terzi residenti nell’UE), le regole riguardanti il "Certificato COVID digitale dell’UE", per facilitare gli spostamenti all'interno dell'Unione e contribuire alla ripresa economica.

Come funziona il Certificato Verde Europeo

Il quadro del certificato digitale COVID dell'UE consente il rilascio, la verifica e l'accettazione transfrontaliere di uno qualunque dei seguenti certificati:

  1. a) un certificato comprovante che al titolare è stato somministrato un vaccino anti COVID-19 nello Stato membro di rilascio del certificato (certificato di vaccinazione);
  2. b) un certificato comprovante che il titolare è stato sottoposto a un test NAAT o a un test antigenico rapido figurante nell'elenco comune e aggiornato dei test antigenici rapidi per la COVID-19 stabilito sulla base della raccomandazione del Consiglio del 21 gennaio 2021, effettuato da operatori sanitari o da personale addestrato nello Stato membro che rilascia il certificato e indicanteil tipo di test, la data in cui è stato effettuato e il risultato del test (certificato di test);
  3. c) un certificato comprovante che, successivamente a un risultato positivo di un test NAAT effettuato da operatori sanitari o da personale addestrato, il titolare risulta guarito da un'infezione da SARS-CoV-2 (certificato di guarigione).

Validità: 12 mesi

Quando potrà essere utilizzato?

Il certificato sarà introdotto negli Stati membri dell'UE. Essi possono già iniziare ad usarlo e a rilasciarlo e sarà disponibile nell'intera UE a partire dal 1° luglio. Se uno Stato membro non è pronto a rilasciare i certificati entro i termini stabiliti, il regolamento prevede un periodo di introduzione graduale di sei settimane, durante il quale altri formati potranno ancora essere utilizzati e dovrebbero essere accettati in altri Stati membri.

Chi rilascia il certificato verde

Dopo aver ricevuto un vaccino in un paese dell'UE, il cittadino riceverà automaticamente, o su richiesta, il certificato COVID digitale UE. Il certificato sarà rilasciato dalle autorità degli Stati membri dell'UE, che potrebbero anche essere l'organismo che somministra il vaccino. Potrebbe trattarsi di un ospedale o di un'altra autorità sanitaria o di un portale di sanità elettronica. Lo stesso principio si applicherà ai certificati di test e di guarigione. Le modalità dettagliate per il rilascio dei certificati sono stabilite dai rispettivi Stati membri.

 I cittadini dell'UE che sono stati vaccinati in un paese extra-UE possono richiedere il certificato COVID digitale UE allo Stato membro di cittadinanza o di residenza. Il certificato COVID digitale UE sarà rilasciato in presenza di una prova affidabile della vaccinazione e se la struttura del sistema sanitario lo consente. Per ulteriori informazioni i cittadini sono invitati a rivolgersi al loro Stato membro di cittadinanza o di residenza.

Come funziona il certificato COVID digitale UE all'interno dell'Unione?
Il certificato COVID digitale UE contiene un codice QR con una firma digitale per impedirne la falsificazione. Al momento del controllo del certificato, si procede alla scansione del codice QR e alla verifica della firma. 
Ogni organismo di rilascio (ad esempio un ospedale, un centro di test o un'autorità sanitaria) dispone della propria chiave di firma digitale. Tutte le chiavi sono conservate in una banca dati protetta in ciascun paese.
  
Il certificato COVID digitale UE sarà accettato in Svizzera e nei paesi del SEE?
Il regolamento sarà integrato nell'accordo SEE, il che consentirà ai paesi del SEE (Islanda, Liechtenstein e Norvegia) di applicare il sistema dei certificati COVID digitali UE.

Privacy: Tutti i dati personali devono essere trattati in linea con il regolamento generale sulla protezione dei dati. I certificati saranno verificati offline e non saranno conservati dati personali. 

Da Quotidiano Sanità