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PNRR e Rilancio della Sanità: La Grande Abbuffata

Emilio Benincasadi
Emilio Benincasa
Pubblicato il: 16/06/2021 vai ai commenti

Punto di Vista

In sanità, la disponibilità degli ingenti flussi finanziari attivati con il Fondo per la ripresa”, suscita tanti "appetiti". Il profumo emanato dalla possibilità di intercettare risorse senza precedenti, ha lo stesso effetto che ha una zolletta di zucchero mostrata ai nostri amici a quattrozampe, quello di uno sfrenato scodinzolio e di profusa salivazione.

E'chiaro che all'interno di percorsi amministrativi che attiveranno i processi di spesa delle risorse, possa concretizzarsi il rischio di sprechi e losche appropriazioni. Un sistema complesso, quello sanitario, dove distorsioni, inefficienze e malaffare si intrecciano in una danza mortale. Una macchina onnivora che divora enormi cifre, demolisce sempre più il diritto alla cura dei cittadini mostrando ancora le stesse preoccupanti devianze.

La sanità è una macchina anomala che ha i caratteri dell’azienda, in quanto gestisce uomini e fornisce servizi pubblici ma. che curiosamente sembra non rendere conto a nessuno del proprio operato, dei propri investimenti sui processi della salute pubblica. Solo il delirio d’impunità di tanti manager possono spiegare bilanci aziendali che di trasparente hanno ben poco.

Anni di gestione "bocconiana" della sanità pubblica ha prodotto effetti devastanti, effetti che abbiamo sperimentato attraversando la dolorosa vicenda pandemica. Colposa impreparazione e generale inefficienza è quella che emerge dai documenti recentemete desecretati.

Un piano pandemico fermo al 2006 mai neanche aggiornato. La prevenzione, rimasta lettera morta in tutti i suoi aspetti, impalpabile quella nel territorio deprivata dei servizi essenziali sino alla mancanza dei più elementari dispositivi di protezione. Convulse azioni per riconvertire e creare posti letto nelle terapie intensive che nel tempo sono state oggetto di progressive dismissioni.

Ora, all'alba di una nuova generale ripresa prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in ambito sanitario, ecco riaffacciarsi tesi e ideologie che ammantano di imbarazzante retorica il rilancio della sanità pubblica.

A tale proposito consiglio la lettura di un'articolo del Prof. Cavicchi su QS Il ritorno, non richiesto, degli aziendalisti in sanità. In esso, il Prof. Cavicchi, ragiona attorno al documento elaborato da 16 ricercatori esperti appartenenti a sei diverse Universita con una significativa presenza di economisti della Bocconi.

In sintesi, un documento che non ha valore aggiunto sia nei contenuti che nei progetti ma piuttosto rappresenta un segnaposto politico. Un documento dal basso valore riformatore e deludente per quanto concerne la visione della prevenzione primaria che viene di fatto riproposta sotto altra infiocchettatura.

Sul versante delle professioni sanitarie, le proposte sono un condensato corporativo. Una semplicistica e banale riduzione di temi complessi. Un coacervo di proposte che hanno un clichè comune, ossia quello aziendalistico, nel quale si preferisce la competizione alla cooperazione delle professioni sanitarie.

Una pericolosa visione che sacrifica la concretezza di chi pratica la sanità a favore dell'astratteza di chi la vuole gestire. Tutto quello che rappresenta prevenzione e diritto di cura per i cittadini; confronto e crescita professionale degli operatori, per gli "aziendalisti razionali" non rappresenta profitto. Personale sanitario è malati, sono come voci di bilancio, come percentuali di costo.

Come avvenne per la nascita delle aziende negli anni '90, anche oggi si osservano soggetti che si sbracciano come fossero i primi della classe, i più preparati a gestire il rilancio della sanità. Ora che sulla mangiatoia stanno per essere scaricati tonnellate di foraggio, tanti sono pronti a scalciare per avere un posto privilegiato nella grande abbuffata.

Fuori e dentro le aziende sanitarie sono pronte e accuratamente levigate tante "teste di legno", quelli dell'italiettta degli intrighi e degli affaristi che si presenteranno ai nastri della ripartenza. Per questo dobbiamo tutti stare attenti che l'attuale acronimo di PNRR ossia Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non diventi un Piano Nazionale di Ruberie e Razzie.