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Consiglio di Stato. Legittimo e non eludibile il green pass

Sono decine le cause che si rincorrono, volte a provare l’illegittimità dell’obbligatorietà del vaccino, che fino a questo momento, tutte ferme al grado della giustizia amministrativa, sono state respinte, tranne una, quella relativa al Tar di Bologna, che ha sospeso il giudizio, rimandandolo al 15 dicembre.

E’ recentemente approdata di fronte al Consiglio di Stato, la causa promossa da uno schieramento no vax, espressosi contro il Green pass.

In particolare, ad essere contestato, il Dpcm 17 giugno n. 2921 (Disposizioni attuative dell'articolo 9, comma 10, del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante «Misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da Covid-19) che trovano copertura di fonte primaria nel D.L. n. 52/2021 il cui precetto normativo va applicato per come incorporato dalla legge di conversione n. 87/2021.

Per il Consiglio di Stato, il Green pass è legittimo, in quanto rientra in un ambito di misure, concordate e definite a livello europeo e dunque non eludibili, anche per ciò che attiene la loro decorrenza temporale, e che mirano a preservare la salute pubblica in ambito sovra nazionale per consentire la fruizione delle opportunità di spostamenti e viaggi in sicurezza riducendo i controlli.

I giudici hanno respinto l’affermazione dei ricorrenti secondo le quali "allo stato delle conoscenze scientifiche" non vi sarebbe piena immunizzazione e quindi si creerebbe un “lasciapassare falso di immunità” ritenendo che la stessa si pone in contrasto con ampi e approfonditi studi e ricerche su cui si sono basate le decisioni europee e nazionali volte a mitigare le restrizioni anti Covid a fronte di diffuse campagne vaccinali.