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Carenza dei medici risolta con 960 euro per 12 ore di turno. Nessun compenso extra agli infermieri

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 07/06/2022 vai ai commenti

Punto di VistaSardegna

Quindi, se non ho capito male, la situazione sarebbe questa: non si trovano medici specialisti in medicina d’urgenza da assegnare ai pronto soccorso degli ospedali della Sardegna, 12 in particolare.

Si è spremuto il personale in servizio fino all’osso e molti turni sono stati coperti dai medici dei reparti ospedalieri, finché si è potuto.

Qualcuno avrebbe anche aperto bandi che sarebbero andati sostanzialmente deserti: sembrerebbe che un ospedale periferico non sia così attrattivo qualunque cosa si voglia intendere in un servizio regionale come quello sardo dove qualche pronto soccorso così detto periferico, in estate ha più casistica di altri e si sa, la casistica, i numeri fanno esperienza e curriculum.

Soluzione del problema per non chiudere queste 12 strutture? Semplice, cacciare denari, tanti denari e aprire un bando a soggetti privati in grado di fornire medici per gestire codici bianchi e verdi e nel caso di gialli e rossi, chiamare i medici specialisti dei reparti ove vi siano o rivolgersi al 118 per centralizzarli e tanti auguri per la stabilizzazione che non si capisce bene chi dovrebbe farla.

Compenso da 80 euro l’ora tutto compreso per il medico che per un turno di 12 ore va a mettersi in tasca 960 euro lordi, quasi 800 netti il tutto senza nemmeno specializzazione: bastano laurea e abilitazione.

Alla prima applicazione del provvedimento per tenere aperto Ghilarza tutti gridarono allo scandalo, oggi che il piatto si arricchisce di altre 11 sedi pare che alla fine sindacati e ordini dei medici abbiano capitolato se non per qualche protesta di circostanza e indignazione a favore di telecamere e like.

Insomma l’equazione pare essere: carenza di specialisti sta a chiusura pronto soccorso come medico in affitto strapagato sta a mantenimento servizio. Facile no?

Ma se l’equazione è questa, com’è che invece non si paventa il rischio di chiusura di un solo reparto ospedaliero posto che le carenze di infermieri in Sardegna sommano 4000 unità? NurSind Sardegna denuncia da anni le carenze infermieristiche che costringono i reparti e il personale a sforzi improponibili. Il mantra, la litania che tutti recitano è sempre la stessa: gli infermieri sono introvabili. Chi se ne frega se devono saltare, riposi, ferie, permessi e qualsiasi altra tutela sindacale pur percependo uno stipendio più basso del 30% della media europea.

Eppure a nessuno è venuto in mente di proporre infermieri in affitto che so io a 60 euro l’ora che in quattro turni da 12 ore sommerebbero l’equivalente di due stipendi. Forse che la risposta a un codice bianco o verde valga più dell’assistenza a un anziano defedato parcheggiato magari in barella in corridoio?

Se qualcuno è in grado di comprendere la differenza tra la carenza di medici e di infermieri e perché l’una possa essere risolta pagando profumatamente e l’altra allargando le braccia, me lo spieghi, sono tutto orecchi

 

Andrea Tirotto

 

 

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