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West Nile, raddoppiano i contagi. Tutto quello che devi sapere

I casi di West Nile Virus nell'uomo, in poco meno di una settimana sono raddoppiati e cominciano ad essere preoccupanti.

Secondo i dati divulgati dal bollettino dell’ISS, dall'inizio di giugno 2022, sono stati confermati 94 casi, di questi 55 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (16 Emilia-Romagna, 33 Veneto, 4 Piemonte, 2 Lombardia). Mentre 7 sono stati i decessi notificati: 5 in Veneto, 1 in Piemonte e 1 in Emilia-Romagna. Lo indica il bollettino dell'Istituto Superiore di Sanità sull'attività di sorveglianza nei confronti del virus del West Nile, aggiornati al 2 agosto 2022.
Il primo caso umano della stagione di West Nile è stato segnalato dal Veneto a giugno nella provincia di Padova. Dall'ultimo bollettino emesso oggi emerge, che sono stati 19 i casi identificati in donatori di sangue (3 in Lombardia, 11 in Veneto, 4 in Emilia-Romagna, uno in Piemonte), 19 casi di febbre (2 in Lombardia, 16 in Veneto, uno in Emilia-Romagna) e un caso sintomatico (Veneto). Il precedente bollettino (emesso lo scorso 26 luglio) riportava 42 casi confermati di infezione nell'uomo.

 

Cos’è la West Nile

La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.

I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza.

La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri.

 

Incubazione e Sintomi

Il periodo di incubazione varia fra 2 e 14 giorni ma in caso di individui con problematiche del sistema immunitario, sale a 21 giorni.

L'80% delle persone infette non presenta sintomi e qualora essi siano concomitanti, si caratterizzano per lieve entità:

 

  • mal di testa
  • febbre
  • vomito
  • nausea
  • dolori muscolari
  • arrossamento degli occhi
  • linfonodi ingrossati
  • eruzioni cutanee

 Le manifestazioni più gravi riguardano, invece 1 soggetto su 150 e comprendono:

  • febbre elevata
  • mal di testa atroce
  • tremori
  • disturbi della vista
  • disorientamento
  • debolezza muscolare
  • torpore e convulsioni.

 

Terapia e trattamento

Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.

Prevenzione

Non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare.

Pertanto è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente:

  • usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
  • usando delle zanzariere alle finestre
  • svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante
  • cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali
  • tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.