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L’RCP è competenza medica, l’infermiere non è indispensabile. Dichiarazioni shock direttore presidio

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 20/09/2022 vai ai commenti

Punto di Vista

“Le manovre rianimatorie relative all’arresto cardiaco sono di competenza medica, la presenza di uno o due infermieri è importante, ma non fa la differenza per la sopravvivenza del paziente”. Sono le affermazioni scritte di un Direttore di presidio ospedaliero, pubblicate da Salvatore Vaccaro, segretario territoriale NurSind Catania e vice segretario nazionale, su un post social, che commenta: “Come si fa a dare in mano un presidio Ospedaliero a uno che scrive queste cose. Può un Direttore Generale o Un Direttore Sanitario far finta di nulla? Nelle mani di chi è la Sanità Siciliana ? Di una classe dirigente che non ha idea delle più elementari procedure”.

Sì, non ha idea delle più elementari procedure, visto che il Direttore di presidio, non si è limitato a sconoscere il ruolo degli infermieri, ma è andato ben oltre l’immaginabile.

Sempre tra le dichiarazioni scritte si legge: “ Per quanto riguarda le procedure di vestizione e svestizione, non è previsto il lavaggio delle mani in lavandino”.

Dal ruolo dell’infermiere al lavaggio delle mani, questo sedicente Direttore, sconosce il luogo che si trova addirittura a dirigere.

Vorremo ricordare al Direttore, che oltre al fatto, che in un arresto cardiaco intraospedaliero ed extraospedaliero, come spesso la cronaca ci ricorda, sono gli infermieri  i primi ad attuare le manovre rianimatorie ed a salvare vite umane, esistono sul territorio le INDIA, a sola componente infermieristica, che non prevedono il medico. La rianimazione cardio-polmonare non è sola competenza medica.

Per quanto riguarda la mortalità, possiamo citare il meno recente studio RN4cast, dal quale, nel lontano 2016, emerse che il rischio di mortalità a 30 giorni dei pazienti  è superiore del 21% rispetto a quello che è ragionevole ritenere si avrebbe se il rapporto pazienti/infermieri fosse nella misura ottimale di 6:1. Quindi meno infermieri, meno salute, più morti negli ospedali. Dal recente studio pubblicato su The Lancet, invece è venuto alla luce che associato all'aumento della mortalità per COVID-19  vi era il numero ridotto di infermieri per milione di abitanti, più infermieri all'interno di un determinato sistema sanitario era associata a mortalità ridotta.

Sul lavaggio delle mani, che a dire del Direttore, non è compreso tra le procedure di vestizione e svestizione Covid, c’è ben poco da commentare. Anche non conoscendo il protocollo, si fa fatica a credere che si possano scrivere determinate corbellerie.