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Un infermiere per 5 neonati ed un campanellino in caso di urgenza. NurSind chiede interventi

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La Redazione
Pubblicato il: 08/05/2024 vai ai commenti

MarcheNurSind dal territorio

Nella neonatologia del Presidio Ospedaliero Mazzoni di Ascoli Piceno si vive una situazione di tensione e preoccupazione crescente. La decisione della direzione dell'AST AP di ridurre i posti letto da 5 a 3 culle ha scatenato un'ondata di proteste. Maurizio Pelosi, segretario territoriale di NurSind Ascoli Piceno, denuncia la situazione: "È assolutamente inaccettabile che la dirigenza metta a repentaglio la vita dei neonati e la sicurezza del personale."

La riduzione dei posti letto è stata attuata a fine gennaio e, da allora, le situazioni di criticità non sono mancate. "Sono state numerose le occasioni in cui il numero di neonati ricoverati ha superato le 3 unità, arrivando fino a 5", spiega Pelosi. Il reparto ha operato con un'unica unità infermieristica per turno, nonostante l'elevata complessità delle cure necessarie, fornita di un campanellino collegato con l’infermeria della pediatria, in caso di urgenza.

La sicurezza dei neonati e del personale appare gravemente compromessa. "Questa situazione è totalmente inaccettabile per la salute e la sicurezza dei lavoratori: non si può risparmiare su questi aspetti fondamentali", afferma il segretario.

Le difficoltà operative sono acuite dalla struttura stessa dell'ospedale, dove il personale in patologia neonatale e quello in pediatria lavorano in luoghi separati. "Questa divisione fisica può creare un grave ostacolo, soprattutto quando si tratta di fornire assistenza rapida a un neonato che richiede interventi immediati", aggiunge Pelosi.

Le organizzazioni sindacali USB e NurSind, che hanno già denunciato la situazione in passato, chiedono il ripristino immediato dei 5 posti letto e di due unità infermieristiche per turno. Inoltre, segnalano una grave carenza di personale ostetrico, spesso sostituito in modo inadeguato da personale infermieristico.

"Il campanellino fornito come sistema di allarme è una soluzione palesemente insufficiente e inadatta alle necessità urgenti del reparto", denuncia Pelosi. "Non stiamo raccontando una favola, ogni istante conta e il ritardo causato dalla distanza fisica può avere conseguenze disastrose."

La situazione è talmente critica che si è reso necessario trasferire neonati in altri centri, come recentemente accaduto ad Ancona. "Non è più accettabile scaricare sulle spalle dei lavoratori la responsabilità della carenza di personale", conclude il segretario, che chiede interventi urgenti da parte delle autorità locali e regionali per garantire il mantenimento dei servizi sanitari essenziali.