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NurSind Umbria. Soluzioni proposte da regione inadeguate ed improvvisate.

La Redazionedi
La Redazione
Pubblicato il: 05/11/2020

CoronavirusNurSind dal territorioUmbria

“Appare evidente come la cabina di regia e la catena di comando siano in balia degli eventi.”

NurSind, a seguito dell’incontro tenutosi in data odierna al Tavolo permanente Covid-19 alla presenza delle OO.SS. rappresentative del Comparto e dell’Assessore Coletto, esprime la propria profonda insoddisfazione relativamente alle risposte che provengono dalla Regione Umbria riguardo la carenza di personale sanitario, in particolare quello infermieristico ed OSS.

“Dopo aver fortemente messo l’accento sulle nostre perplessitaÌ€ nella gestione complessiva di questa seconda fase emergenziale, abbiamo portato all’attenzione dell’Assessore Coletto le enormi criticitaÌ€ derivanti dalla mancanza di personale, giaÌ€ carente di piuÌ€ di 1.300 unitaÌ€ infermieristiche prima dell’emergenza”, a parlare è Marco Erozzardi, coordinatore regionale NurSind Umbria.

Il sindacalista elenca le e soluzioni che ci sono state rappresentate dalla Regione Umbria per contenere le criticità esistenti, ovvero:

  • il bando indetto dalla A.O. di Terni a tempo determinato per infermieri al quale, per ora, hanno manifestato interesse 110 soggetti sui 250 posti banditi e che, nel caso di accettazione della proposta lavorativa, firmeranno un contratto di soli 12 mesi. Infermieri che potrebbero essere facilmente attratti da altre proposte lavorative piuÌ€ stabili in altre regioni durante il periodo contrattuale;
  • procedure selettive del Concorso bandito dalla Usl Umbria 2 e A.O. di Terni che potranno essere completate SOLO nel mese di gennaio 2021;
  • la ricerca di forza lavoro tra il personale andato in pensione negli ultimi anni;
  • utilizzo di “prestazioni aggiuntive” in settori come le Terapie Intensive - Semintensive - Aree Covid –

RSA, già sottoposto a carico di lavoro e di stress estremo;

  • il ricorso al personale sanitario dell’Esercito Italiano.

Azioni, queste, che, secondo il sindacalista,  si sono dimostrate inadeguate, soprattutto quelle riguardanti la fase preventiva.

Immediatamente dopo la prima ondata pandemica, NurSind si era fatto promotore di diverse proposte strutturali, tra le quali quella di espletare il concorso della Usl Umbria 2 durante l’estate, allo scopo di veder reclutato il personale necessario PRIMA della annunciata seconda ondata e quello di potenziare in maniera significativa la rete territoriale in modo da veder garantire le prestazioni ordinarie oltre che l’attivitaÌ€ di tracciamento e follow up inerente al Covid-19.

“In questo drammatico scenario diventa sempre piuÌ€ evidente lo scollamento tra chi dovrebbe dirigere, la catena di comando e tutti gli attori protagonisti ai vari livelli -  avverte Erozzardi, e si chiede  - come si puoÌ€, solo oggi, mettere in campo delle soluzioni che vedono stravolta la rete sanitaria regionale e di conseguenza l’attivitaÌ€ di tutti i professionisti coinvolti, attraverso delle disposizioni da rendere immediate, senza aver programmato gli interventi e aver, quindi, condiviso con chi si trova ad operare fattivamente in “trincea”?

Disorientamento, rabbia, delusione, sconforto, oltre che tante incertezze e senso di impotenza sono le parole che meglio descrivono l’attuale stato d’animo e condizione degli operatori della sanitaÌ€ umbra. Secondo quanto espresso da NurSind, potrebbero esserci dei seri problemi di tenuta fisica e, soprattutto, psicologica del personale sanitario coinvolto, che si trova nuovamente senza diritti e senza tutele, consapevoli, questa volta, che tante cose potevano e dovevano essere fatte PRIMA.

“Queste scelte improvvisate ci danno la palese sensazione del “navigare a vista” da parte della Regione Umbria: senza alcuna programmazione/progettualitaÌ€ e con quello che, presumibilmente, si riveleraÌ€ un abbondante sperpero di denaro pubblico – conclude il coordinatore-  tutto questo sforzo rischia di rivelarsi inutile e non getta le basi per la correzione delle storture del sistema una volta terminata la emergenza pandemica ma che porteraÌ€, di certo, a conseguenze gravi nella cura di altre patologie”.