Iscriviti alla newsletter

Covid-19. Quanto dura l’immunità? Le evidenze scientifiche fino ad oggi

Sette persone su dieci hanno un titolo anticorpale in grado di sconfiggere il Covid, e questo spiegherebbe perché il 95% delle persone infette non va incontro ad una malattia grave.

E’ quanto emerso dallo studio dei ricercatori della Icahn School of Medicine del Mount Sinai Hospital di New York, pubblicato su Science, che non hanno solo misurato il titolo anticorpale, ma anche la durata dello stesso.

Ed è questo, su cui oggi, alla luce della distribuzione del vaccino, su scala mondiale, si dibatte: la durata dell’immunità.

Su 60 milioni di infezioni accertate, ad oggi ci sono solo 24 casi di re-infezione. Da una grande popolazione studiata a fondo, è emerso che la produzione di anticorpi contro Covid-19 persisterebbe per almeno 4-5 mesi.

Come dicevamo prima, i ricercatori della Icahn School of Medicine del Mount Sinai Hospital di New York, hanno acquisito quanti più dettagli possibili sul plasma dei guariti, al fine di misurare la risposta anticorpale e la durata dell’immunità.

Su 30 mila campioni hanno quantificato, che il 40% aveva un titolo molto alto, un altro 30% abbastanza alto e poi via via più basso. Inoltre coloro che avevano prodotto anticorpi, erano tutti effettivamente capaci di bloccare il virus, mentre quelli che ne avevano sviluppati di meno, avevano anticorpi neutralizzanti per metà.

In relazione alla durata dell’immunità, richiamate 120 persone a 5 mesi, anche se con un lieve calo, gli anticorpi erano ancora misurabili, analogamente a quanto succede per altri virus come le epatiti A e B, influenza e morbillo.

La conferma arriva anche da un altro studio dei ricercatori del Brighman and Women’s Hospital di Boston e pubblicato su Cell: su un campione di un centinaio di malati, si osservava che mentre per la maggior parte di loro, gli anticorpi cominciavano a diminuire dopo 3-4 mesi, per uno su cinque, la persistenza dell’immunità non accennava a diminuire.

 

Gli altri vaccini e la protezione dalla malattia di Covid

Alcune evidenze non ancora confermate, farebbero pensare che i vaccini in generale, contro malattie diverse dal Covid, esercitino un’azione protettiva contro l’infezione da Sars-Cov-2.

Secondo uno studio pubblicato su Frontiers Molecular Bioscience, i virus del morbillo e della rosolia avrebbero una sequenza di 30 aminoacidi molto simile ad una zona della proteina spike del Covid, questo spiegherebbe perché difese già allenate a rispondere a questi virus, reagirebbero immediatamente al Covid.

Ed ancora i bambini si infettano di meno, pur essendo meno scrupolosi nelle norme di distanziamento e disinfezione delle mani, indizio questo che le recenti vaccinazioni contro altre malattie proteggano dal Covid.

Alcuni studi, inoltre, dimostrano che, tra le persone vaccinate di recente, vi sia un’incidenza più bassa di malattia provocata da Covid, e chi si ammala, lo fa con forme meno gravi.

Una di queste ricerche è quella pubblicata su Allergy, dai ricercatori dell’Ospedale Medica Sur di Città del Messico, che hanno scoperto cone su un campione di 250 adulti, vaccinati di recente per morbillo, rosolia e parotite, solo in 36 si erano ammalati, lievemente o del tutto asintomatici.

 

Da Corriere Salute