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Pigmentazione areola capezzolo. Consiglio di Stato regala competenze infermieristiche alle estetiste

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 08/07/2021

La SentenzaLeggi e sentenzeProfessione e lavoro

Il Consiglio di Stato, ha accolto il ricorso di Confestetica, la pigmentazione dell’areola del capezzolo è di competenza degli estetisti.

Dopo aver ricorso al Tar Lazio, che in virtù della circolare n. 14138 del 15/05/19 del Il Ministero della Salute, che specificava che il “tatuaggio del complesso areola-capezzolo” rientra tra i tatuaggi con finalità medica ed è, pertanto, inserito nei Livelli essenziali di assistenza (LEA allegato 4, codice 86.02.3 “tatuaggio per pigmentazione del complesso areola –capezzolo”), con la sentenza del 28/01/2020, escludeva l’estetista dall’effettuare  effettuare prestazioni con esclusiva finalità di “carattere terapeutico, rilegandola ai soli professionisti sanitari.

Non è  stato dello stesso parere il Consiglio di Stato, che ha invece evidenziato che “ la  dermopigmentazione non può essere ricondotta al trattamento terapeutico, come unica conseguenza della sua indicazione tra i Lea. I livelli di assistenza, sono le prestazioni e i servizi che il SSN è tenuto a garantire ai cittadini. Affermare che la natura sanitaria come unica conseguenza dell’inclusione dell’elenco implica un salto logico, che non può trovare condivisione.

Secondo il Consiglio di Stato, l'attività di dermopigmentazione è specificamente finalizzata a ristabilire il benessere complessivo della persona attraverso un trattamento estetico (e dunque riconducibile all'attività propria dell'estetista, di cui alla legge n. 1/90, nulla avendo a che vedere con l'intervento chirurgico). Emerge, altresì, che, nel caso di tessuti trattati da radioterapia o chemioterapia, il professionista debba necessariamente acquisire il parere di un medico, prima di effettuare il trattamento, come, peraltro, è tenuto a fare in aderenza alla diligenza professionale in altri casi particolari.

Cos’è la dermopigmentazione

La dermopigmentazione del complesso areola-capezzolo consiste nell’introduzione di inchiostro nel derma per ridefinire un capezzolo mancante o coprire alterazioni della pigmentazione cutanea, verificatesi a seguito di intervento di mastectomia radicale. Sebbene la chirurgia ricostruttiva fornisca frequentemente risultati eccellenti per quanto riguarda la forma del seno, la zona capezzoli e areole sono spesso una parte trascurata del processo di ricostruzione (Fischer-Cartlidge et al, 2015).
La dermopigmentazione medicale non presenta alcun rischio se eseguita con strumenti adeguati e da operatori altamente qualificati. Essere un professionista del settore della dermopigmentazione medicale, infatti, non significa soltanto conoscere le tecniche di disegno ed utilizzo dei colori, ma avere anche una visione ampia ed approfondita di elementi dermatologici, oncologici e chirurgici.
Proprio per tale ragione, con la Circolare del 15-05-2019 il Ministero della Salute aveva introdotto novità importanti rispetto a questo settore così delicato e specialistico: oltre a ribadire che tale procedura debba essere inserita tra i Livelli Essenziali di Assistenza (codice 86.02.3 “tatuaggio per pigmentazione del complesso areola –capezzolo”), afferma per la prima volta che la prestazione “pigmentazione dell’areola – capezzolo” debba essere eseguita esclusivamente da chi eserciti una professione sanitaria, in ambulatorio accreditato o autorizzato, a seconda che venga o non venga eseguita a carico del SSN. Di conseguenza viene preclusa questa attività in strutture non sanitarie e da personale non sanitario.
Da ciò conseguiva che l’accesso ai percorsi formativi mirati per la dermopigmentazione non può essere consentito a coloro che svolgono le attività previste dalla L. 1/1990, ovvero da estetiste, bensì esclusivamente a professionisti sanitari, con specifici corsi di formazione da istituire in ambito accademico.
La tecnica del tatuaggio estetico in campo medico, quindi, consente di ottenere con minima invasività un grande risultato estetico, ma richiede professionisti della dermopigmentazione accreditati e afferenti all’ambito sanitario (L’Infermiere- FNOPI).

 

Perché un infermiere
Il tatuaggio medicale deve essere effettuato da un operatore sanitario specializzato, sia per motivi di sicurezza igienica, sia perché non si tratta di una mera esecuzione di tatuaggio (che potrebbe essere eseguito da un tatuatore abile e competente), ma richiede la costruzione di un rapporto di fiducia con la paziente, basato sull’ascolto e sulla capacità di infondere serenità e sicurezza. La capacità di comunicare con la paziente fa parte delle competenze professionali dell’infermiere, il quale nel suo agire professionale “stabilisce una relazione di cura, utilizzando anche l’ascolto e il dialogo” riconoscendo che “il tempo di relazione è tempo di cura” (Fnopi, 2019).
Gli interventi di dermopigmentazione possono ricoprire un ruolo fondamentale nel riconoscimento e nella valorizzazione della femminilità che si reputa perduta e possono agevolare il cammino che porta alla completa guarigione, fisica e psicologica. L’intento è quello di offrire alla donna operata di mastectomia l’opportunità di ritornare alla propria vita sociale ed affettiva, nonché darle la possibilità di chiudere un percorso difficile come quello della lotta contro il tumore al seno. L’infermiere può giocare un ruolo determinante in questo senso: in seguito all’operazione di mastectomia può da subito cercare di ridurre l’insorgere di queste problematiche, poiché è spesso il professionista che sta maggiormente a contatto con il malato (Quintard et al, 2014).
A tale scopo il servizio di psico-oncologia mira ad aiutare la donna a vivere con più serenità la sua malattia, aiutandola a riconoscere ed analizzare le emozioni provate per poi saperle gestire ed elaborare, nonché a supportarla nell’accettare le modificazioni corporee lavorando sull’immagine di sé. L’infermiere, per formazione e profilo, ha la capacità di fornire assistenza centrata sul paziente e personalizzata: durante il colloquio con la paziente per l’esecuzione del tatuaggio medicale, si mette in atto la ripresa educativa per comprendere quali siano stati i cambiamenti a partire dalla scoperta della malattia. Il rapporto di relazione tra l’operatore e l’assistito consente, attraverso la comunicazione, di scambiare e condividere informazioni indispensabili per poter elaborare piani di assistenza personalizzati al soddisfacimento dei bisogni, al recupero dell’autonomia e all’adattamento allo stress che ogni malattia o forma di disagio porta con sé.
Oltre alla questione relazionale, rientra all’interno delle competenze infermieristiche anche la prevenzione e il controllo delle infezioni correlate alla procedura: competenze che si traducono nelle responsabilità correlate alla sterilizzazione dei presidi e all’asepsi delle tecniche.
Le apparecchiature dedicate, i pigmenti specifici, l’elevata specializzazione dell’operatore, le tecniche peculiari e le dinamiche relazionali concorrono perciò a diversificare notevolmente il normale tatuaggio estetico, realizzabile da tatuatori non sanitari, dalla dermopigmentazione medicale (L’Infermiere- FNOPI - (https://www.infermiereonline.org/2020/07/18/mastectomia/)