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Arrivano le cure contro il CoVid: autorizzato anticorpo monoclonale SotroVimab. Come funziona?

Giuseppe Romeodi
Giuseppe Romeo
Pubblicato il: 27/08/2021

AttualitàCoronavirusStudi e analisi

Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha completato la revisione sull’uso dell’anticorpo monoclonale sotrovimab (noto anche come VIR-7831 e GSK4182136) per il trattamento di pazienti affetti da COVID-19.

L'Agenzia ha concluso che sotrovimab può essere utilizzato per il trattamento di COVID-19 confermata in pazienti adulti e adolescenti (a partire dai 12 anni di età e di peso pari ad almeno 40 kg), che non necessitano di ossigenoterapia supplementare ma che sono a rischio di progredire verso la forma severa della malattia.

 

Efficacia

Un’analisi preliminare pianificata dello studio ha indicato che sotrovimab ha ridotto il rischio di ricoveri in ospedale per più di 24 ore e il rischio di decesso di oltre l’85% rispetto al placebo: i ricoveri in ospedale per più di 24 ore o il decesso si sono verificati nell’1% dei pazienti (3 su 291) che hanno ricevuto sotrovimab e nel 7% (21 su 292) di quelli che hanno ricevuto placebo.

 

Sicurezza

In termini di sicurezza, gli effetti indesiderati segnalati sono stati per la maggior parte lievi o moderati. Non si possono escludere reazioni correlate all'infusione (comprese reazioni allergiche) e gli operatori sanitari devono monitorare i pazienti per l’eventuale insorgenza di tali reazioni.

 

Meccanismo d'azione
Sotrovimab (noto anche come VIR-7831 e GSK4182136) è un anticorpo monoclonale che agisce contro il SARS-CoV-2, che svolge una duplice funzione: lega la proteina Spike del virus, inibendo in questo modo il legame tra il virus e le cellule dell’organismo e riesce a eliminare il virus entrato nelle cellule. Per questa ragione è indicato nelle prime fasi dell’infezione.

 

Sotrovimab sarà prodotto a Parma presso lo stabilimento Gsk, che si occupa della produzione dell’anticorpo, del riempimento in flaconi, della parte analitica a supporto del rilascio e della distribuzione finale.

 

Fonte: Aifa