2 Giugno, festa della Repubblica: gli Infermieri custodi silenziosi dei valori costituzionali
"Oggi si festeggia la Repubblica, ma ogni giorno gli infermieri la servono con fedeltà e passione"
Nel giorno in cui l’Italia celebra la nascita della Repubblica, è doveroso volgere lo sguardo verso chi ogni giorno la serve con dedizione, lontano dai riflettori, nei reparti, nei domicili, nelle comunità: gli infermieri.
Il 2 giugno 1946, con un referendum istituzionale, il popolo italiano fu chiamato a scegliere tra monarchia e repubblica. La vittoria della repubblica segnò l'inizio di una nuova era fondata sulla partecipazione democratica, sul rispetto dei diritti civili e sociali, sull'uguaglianza e sul lavoro. Ogni anno, in questa data, si celebra non solo un cambiamento di forma di governo, ma soprattutto la nascita di un progetto collettivo: una Repubblica che mette al centro la persona, la sua dignità e i suoi diritti.
E se la Repubblica vive nel suo popolo, gli infermieri sono tra i suoi più fedeli interpreti. Lo fanno senza chiedere nulla in cambio, affrontando carichi di lavoro crescenti, carenze di personale, turni massacranti. Lo fanno perché credono profondamente in un principio costituzionale fondamentale: la tutela della salute come diritto di tutti e dovere della collettività.
La Costituzione italiana non è un documento da custodire in teca: è viva, e respira ogni volta che un infermiere tende la mano a chi soffre. È viva in ogni ambulatorio di quartiere, in ogni RSA, in ogni corsia di ospedale. È viva nei giovani colleghi che scelgono questa professione spinti da vocazione e responsabilità civile.
In questo 2 giugno, in cui le istituzioni si stringono attorno al Tricolore, noi vogliamo stringerci idealmente attorno agli infermieri d’Italia. Donne e uomini che, anche oggi, mentre sfilano le Frecce Tricolori, indossano con orgoglio una divisa meno vistosa ma non meno simbolica: quella della cura.
Essere Repubblica significa anche riconoscere e valorizzare chi la costruisce ogni giorno con mani, cuore e competenza. E oggi, più che mai, il volto della Repubblica è anche il volto di un infermiere.