Contatto con un positivo? Guida alla quarantena per vaccinati e non ed operatori sanitari
In questi giorni, la concomitanza tra l’impennata da contagi Covid e le feste natalizie, che aumentano le occasioni di incontro con amici e parenti, impongono un aumento della prudenza e delle misure di prevenzione e, nonostante tutto, può accadere di venire a contatto stretto con un positivo Covid, quindi che fare?
Di seguito, grazie alle indicazioni del Ministero, una breve guida alla quarantena da Covid.
Che differenza c'è tra quarantena, sorveglianza attiva e isolamento?
Quarantena e isolamento sono importanti misure di salute pubblica attuate per evitare l’insorgenza di ulteriori casi secondari dovuti a trasmissione di SARS-CoV-2 e per evitare di sovraccaricare il sistema ospedaliero.
La quarantena si attua ad una persona sana (contatto stretto) che è stata esposta ad un caso COVID-19, con l’obiettivo di monitorare i sintomi e assicurare l’identificazione precoce dei casi.
L’isolamento consiste nel separare quanto più possibile le persone affette da COVID-19 da quelle sane al fine di prevenire la diffusione dell’infezione, durante il periodo di trasmissibilità.
La sorveglianza attiva è una misura durante la quale l'operatore di sanità pubblica provvede a contattare quotidianamente, per avere notizie sulle condizioni di salute, la persona in sorveglianza.
Chi deve andare in quarantena? E per quanto tempo?
Va in quarantena solo chi ha avuto "contatti stretti" con un contagiato. Il ministero della Salute ha fissato regole chiarissime: chi è stato vicino a un contagiato deve stare in quarantena per 7 giorni se è stato vaccinato con la seconda dose e 10 giorni in tutti gli altri casi. Trascorso questo periodo è necessario eseguire un test molecolare o anti-genico per poter tornare al lavoro o comunque uscire di casa senza restrizioni.
Cosa significa contatto stretto?
Il “contatto stretto” (esposizione ad alto rischio) di un caso probabile o confermato è definito come:
- una persona che vive nella stessa casa di un caso COVID-19
- una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso COVID-19 (per esempio la stretta di mano)
- una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso COVID19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati)
- una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti
- una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d'attesa dell'ospedale) con un caso COVID-19 in assenza di DPI idonei
- un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei
- una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso COVID-19; sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.
Gli operatori sanitari, sulla base di valutazioni individuali del rischio, possono ritenere che alcune persone, a prescindere dalla durata e dal setting in cui è avvenuto il contatto, abbiano avuto un'esposizione ad alto rischio.
Ho completato il ciclo vaccinale ma ho avuto un contatto a rischio, cosa devo fare?
I contatti asintomatici ad alto rischio (contatti stretti) di casi COVID-19 confermati, compresi i casi identificati come casi da variante VOC sospetta o confermata, se hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni, possono rientrare in comunità dopo un periodo di quarantena di almeno 7 giorni dall’ultima esposizione al caso, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo.
Qualora non fosse possibile eseguire un test molecolare o antigenico tra il 7° e il 14° giorno, si può valutare di concludere il periodo di quarantena dopo almeno 14 giorni dall’ultima esposizione al caso, anche in assenza di esame diagnostico molecolare o antigenico per la ricerca di SARS-CoV- 2.
I contatti asintomatici a basso rischio di casi COVID-19, se hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni, non devono essere sottoposti a quarantena, ma devono continuare a mantenere le comuni misure igienico-sanitarie previste per contenere la diffusione del virus, quali indossare la mascherina, mantenere il distanziamento fisico, igienizzare frequentemente le mani, seguire buone pratiche di igiene respiratoria, ecc.
Non ho completato il ciclo vaccinale, ho avuto un contatto a rischio ma non ho sintomi, cosa devo fare?
I contatti asintomatici ad alto rischio (contatti stretti) di casi COVID-19 non identificati come casi da variante VOC Beta, se non hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni, possono rientrare in comunità dopo un periodo di quarantena di almeno 10 giorni dall’ultima esposizione al caso, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo. Qualora non fosse possibile eseguire un test molecolare o antigenico tra il decimo e il quattordicesimo giorno si può valutare di concludere il periodo di quarantena dopo almeno 14 giorni dall’ultima esposizione al caso, anche in assenza di esame diagnostico molecolare o antigenico per la ricerca di SARS-CoV- 2.
I contatti asintomatici a basso rischio di casi COVID-19 non identificati come casi da variante VOC Beta, se che non hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni, non devono essere sottoposti a quarantena, ma devono continuare a mantenere le comuni misure igienico-sanitarie previste per contenere la diffusione del virus, quali indossare la mascherina, mantenere il distanziamento fisico, igienizzare frequentemente le mani, seguire buone pratiche di igiene respiratoria, ecc.
Sono un operatore sanitario e ho completato il ciclo vaccinale, ma ho avuto un contatto a rischio, cosa devo fare?
Gli operatori sanitari o le altre persone che forniscono assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure il personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19, se hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni, dovranno osservare la misura della sorveglianza sanitaria attiva dall’ultima esposizione al caso, e non la quarantena.
Chi ha viaggiato con una persona positiva deve andare in quarantena?
Se il viaggio è avvenuto in auto la risposta è sì. Per gli aerei, invece, a meno di diverse disposizioni delle autorità sanitarie, i passeggeri che si trovavano a due file di distanza dal positivo non devono fermarsi. La disposizione è del ministero della Salute.
Cosa deve fare chi ha avuto un "contatto stretto" ma è negativo a un primo test?
La quarantena non si può evitare. Tutti coloro che sono venuti a contatto con un positivo devono fermarsi anche se a distanza di 24 o 48 ore fanno un tampone che dà esito negativo. Il test valido per uscire dalla quarantena si può fare dopo 7 giorni (per i vaccinati con due dosi) o dopo 10 per tutti gli altri.
Come devono comportarsi i familiari di una persona in quarantena?
Il ministero consiglia di adottare misure di protezione anche in casa: si dovrebbe tenere la mascherina in casa e non mangiare mai con la persona in quarantena. La persona che è venuta in contatto con un positivo deve dormire da sola e usare una sola stanza. Quando usa il bagno deve pulirlo e possibilmente non condividerlo con altre persone del nucleo familiare.
Al termine della quarantena cosa fare per tornare al lavoro?
Al termine del periodo di quarantena, di 7 o 10 giorni, se non sono comparsi sintomi, la persona può rientrare al lavoro dopo aver effettuato un test ed il periodo di assenza risulta coperto dal certificato. Se durante la quarantena sono comparsi sintomi bisogna avvertire il proprio medico. Il Dipartimento di Sanità Pubblica, che si occupa della sorveglianza sanitaria, provvederà all’esecuzione del tampone per la ricerca del Covid-19. In caso di esito positivo dello stesso bisognerà attendere la guarigione clinica ed eseguire un test molecolare dopo almeno 3 giorni senza sintomi. Se il test molecolare risulterà negativo la persona potrà tornare al lavoro, altrimenti proseguirà l’isolamento.
Positività
Sono risultato positivo a un test molecolare o antigenico per SARS-CoV-2, non sono un caso da variante Beta, cosa devo fare?
Le persone asintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 che non siano state identificate come casi da variante VOC Beta, possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni a partire dalla data di prelievo del tampone risultato positivo, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare o antigenico con esito negativo.
Le persone sintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 che non siano state identificate come casi da variante VOC Beta, possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi accompagnato da un test molecolare o antigenico con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (non considerando le alterazioni dell’olfatto e del gusto). In caso di riscontro di ulteriore positività al test diagnostico eseguito dopo 10 giorni dalla comparsa dei sintomi o dal tampone risultato positivo negli asintomatici, è consigliabile ripetere il test dopo 7 giorni (17° giorno).
Sono un caso positivo a lungo termine di variante non Beta, ho avuto sintomi, cosa devo fare?
I casi COVID-19 non identificati come casi da variante VOC ("variant of concern") Beta che continuano a risultare positivi al test molecolare o antigenico per la ricerca di SARS-CoV-2, se non presentano sintomi da almeno 7 giorni (non considerando le alterazioni dell’olfatto e del gusto), potranno interrompere l’isolamento al termine del 21° giorno.
Sono un caso positivo a lungo termine di variante Beta, cosa devo fare?
I casi di SARS-CoV-2 identificati come casi da variante VOC Beta, sospetta o confermata, sia sintomatici che asintomatici, potranno interrompere l’isolamento solo dopo l’avvenuta negativizzazione al test molecolare.
La fine del periodo di isolamento/quarantena potrà essere certificata, a seconda dell’organizzazione adottata dalle singole Regioni dal Medico del Dipartimento di Prevenzione o Servizio di Igiene Pubblica della ASL competente per territorio, dal Medico di medicina generale o dal Pediatra di libera scelta
Tamponi-validità
Se si scopre di essere stati a contatto con una persona positiva o si teme un contagio da Covid-19, è importante scegliere il giorno giusto per fare un test. A seconda di quanto tempo è passato dall’ipotetico contagio da Sars-Cov-2, i diversi tipi di esami hanno una diversa probabilità di risultare falsi negativi (cioè la persona è infetta ma risulta negativa all’esame).
Il test più affidabile è il tampone molecolare, che risulta piuttosto preciso (90-95%) già a partire dal terzo giorno successivo all’esposizione al virus. I tassi di positività del molecolare restano piuttosto affidabili anche dopo due settimane.
Il test rapido antigenico, cioè quasi tutti quelli fatti in farmacia, sono generalmente meno affidabili (60-70%) e hanno una finestra che va dal quarto al decimo giorno successivo al contagio. Se fatti prima, o dopo, hanno tassi molto alti di falsi negativi.
Infine, il test sierologico (quello eseguito mediante prelievo di sangue), riesce a rilevare la presenza di anticorpi IgM a partire dal 9° giorno fino a un mese dopo il contagio e gli anticorpi IgG dalla terza settimana in avanti.