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Legge 104. Durante il giorno di permesso, quante ore devo prestare assistenza?

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 16/06/2022

Leggi e sentenzeProfessione e lavoro

 

Decine di sentenze di Cassazione, hanno legittimato il licenziamento del dipendente, che in occasione della fruizione dei permessi legati alla legge 104/92, veniva trovato a svolgere attività non connesse direttamente all’assistenza del familiare.

E’ lecito quindi chiedersi, ma durante il giorno di permesso 104, quante ore devo dedicare all’assistenza? La giornata intesa come giorno solare o intesa come orario lavorativo?

Una risposta univoca non c’è, la legge non specifica quante ora dedicare all’assistenza diretta, a meno che non si usufruisca di un permesso ad ore, allora va da sé che quelle ore debbano essere dedicate interamente al familiare ed alle attività a lui connesse.

Le persone che usufruiscono dei tre giorni di permesso al mese per assistere i familiari disabili hanno la possibilità di utilizzare una parte di queste ore per attendere alle proprie esigenze personali, senza con ciò violare la legge. Questa facoltà è stata più volte riconosciuta dalla Cassazione. 

In particolare, la Suprema Corte, preso atto dell’intervenuta abrogazione dell’obbligo di prestare «assistenza continuativa», ha ritenuto compatibile, con l’utilizzo dei permessi previsti dalla legge 104, brevi frazioni di tempo per svolgere attività non inerenti l’assistenza al disabile. Questo perché chi ha la sfortuna di dover assistere un familiare in condizioni di handicap ha minor tempo, rispetto ai propri colleghi, da dedicare alla cura dei propri interessi personali e familiari. Ragion per cui non è vietato usare una parte delle ore dei permessi per fare la spesa, andare dal parrucchiere, prendere un caffè al bar, recarsi dal medico per le proprie esigenze e così via. L’importante è non stravolgere la funzione del permesso stesso: la parte prevalente della giornata deve essere dedicata dunque all’assistenza, non necessariamente quella parte che avrebbe coinciso con la durata della prestazione lavorativa. Questo ha portato la Cassazione ad escludere la possibilità di usare i permessi solo per riposarsi e compensare le proprie energie impiegate per la suddetta assistenza in favore del disabile. (Cass. sent. n. 54712/16 del 23.12.16.)

Una recente sentenza della Cassazione ([1] Cass. Sez. Lav., 25 maggio 2022, n. 16973)  dà un’idea dei termini di grandezza da rispettare. Secondo la Corte, la condotta del dipendente che abbia utilizzato quattro ore e mezzo di permesso (su complessive trentadue ore) per lo svolgimento di attività che nulla hanno a che fare (nemmeno indirettamente) con l’assistenza del parente disabile, seppur costituisce un comportamento vietato, non assume quei connotati di gravità tale da giustificare il licenziamento.

Da La Legge per tutti