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Pillola anticoncezionale gratuita, facciamo il punto della situazione.

Isabella La Pumadi
Isabella La Puma
Pubblicato il: 29/04/2023

AttualitàPunto di Vista

La settimana scorsa è balzata su tutti i giornali la notizia che la pillola anticoncezionale sarà finalmente gratuita per le donne di tutte le età e tanto è bastato per provocare un grande dibattito nel nostro paese. È necessario fare un po’ di chiarezza.

La scelta di rendere gratuita la pillola anticoncezionale è stata presa dal Comitato Prezzi e Rimborsi dell’Aifa, che ha calcolato che questa operazione costerebbe allo stato 140 milioni di euro. Ma la decisione finale spetta al Consiglio d’Amministrazione di Aifa che potrebbe ancora bocciare l’idea.

L’Aifa sta lavorando da tempo a questa proposta ma i tempi si stanno dilatando a causa della difficoltà nella ridefinizione dei prezzi dei farmaci, che devono essere negoziati tra Aifa e SSN quando un farmaco diventa rimborsabile.

La commissione tecnica scientifica dell’Aifa ha dovuto raggruppare in tre categorie tutti i farmaci contraccettivi sul mercato e solo alcuni per categoria saranno resi gratuiti, qualora il CDA dell’Aifa dovesse dare responso positivo.

La gratuità della pillola anticoncezionale, mantenendo l’obbligo di prescrizione per poter assumere il farmaco, renderebbe accessibile questa terapia a chi non ha le disponibilità economiche per l’acquisto. I costi dei farmaci anticoncezionali in Italia, infatti, non sono per tutti, si può spendere fino a 18 euro ogni mese e la scelta dell’Aifa renderebbe finalmente la contraccezione una scelta libera e non un diritto per pochi.

Inoltre i farmaci anticoncezionali non servono solo ad evitare le gravidanze ma vengono utilizzati nelle terapie di patologie come l’endometriosi e l’ovaio policistico. Le persone affette da queste patologie, poco riconosciute e dai tempi di diagnosi lunghi e tortuosi, non hanno accesso gratuito alle cure per i loro disturbi.

Ci sono alcune realtà in Italia nelle quali i consultori offrono gratuitamente la pillola anticoncezionale ad alcune categorie di donne, avviene ad esempio nel Lazio e in Toscana, dove le ragazze dai 14 ai 25 anni, le donne dai 26 ai 45 con esenzione o che si trovano a 12 mesi dal parto o a 24 mesi dall’interruzione di gravidanza, hanno accesso al farmaco. Ma purtroppo si tratta di poche realtà: si presenta dunque una disparità di diritti all’interno del Paese.

In molti hanno visto nella possibilità di rendere gratuita la pillola anticoncezionale un colpo alla già scarsa natalità del nostro Paese e i principali detrattori di questa svolta epocale (e civile) argomentano il loro disappunto con il tema demografico. Francamente credo che alla base della denatalità in Italia ci siano fattori ben lontani dall’utilizzo della contraccezione. La disoccupazione, i salari sempre più bassi a fronte di un continuo aumento del costo della vita, la precarietà nel mondo del lavoro, soprattutto di quello femminile...penso incidano molto di più sulla natalità che l’acquisizione di un diritto per tutte le donne Italiane come il libero accesso alla contraccezione.

 

Credits: Il Post.it