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Morti per influenza. Il virus che circola parente della spagnola. Facciamo chiarezza sulla ‘suina’

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 11/01/2024

AttualitàCronache sanitarie

Nel cuore dell'ondata influenzale più intensa degli ultimi dieci anni, causata dal virus A/H1N1, l'Italia si trova ad affrontare una situazione di emergenza sanitaria che ha superato in termini di ricoveri ospedalieri persino il Covid. Oggi, il San Bortolo di Vicenza ha registrato due decessi legati al virus, con uno dei pazienti che sembra non avesse patologie pregresse. A Padova, sei persone sono attualmente ricoverate in terapia intensiva per l'H1N1, di cui una sottoposta anche a ECMO, un procedimento di ossigenazione extra corporea.

La confusione tra la popolazione, alimentata da un sorta di retaggio mediatico, riguarda la denominazione "influenza suina" associata all'A/H1N1. Gli esperti sono intervenuti per chiarire che il virus A/H1N1 non deve essere confuso con la variante "v" dell'H1N1 (suina). Questo virus influenzale è diffuso stagionalmente dal 2009 e non è da considerarsi un virus zoonotico adattato all'uomo, ma piuttosto una ricombinazione di virus umani e animali avvenuta all'interno di un suino. Nonostante il suo nome storico di H1N1 pdm09 (Pandemic disease Mexico 2009), l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha sempre sottolineato di chiamarlo A/H1N1 per evitare fraintendimenti legati alla denominazione "suina".

Il ceppo attuale dell'influenza è strettamente legato a quello responsabile dell'influenza "Spagnola" e circola da oltre 15 anni durante le stagioni autunnali ed invernali. La conoscenza approfondita di questo virus ha permesso di includere il capostipite dell'A/H1N1 nella composizione dell'attuale vaccino influenzale.

 

Tempo di incubazione

Per l’influenza la sua durata media è di due giorni ed è quel tempo che trascorre tra il momento della comparsa dei primi sintomi e il precedente momento del contagio generalmente procurato da goccioline di saliva che il soggetto contagiante può spargere nell’ambiente con gli starnuti, con i colpi di tosse, ma anche attraverso contatti interumani ravvicinati

 

I sintomi

Come riconosco l’influenza? Quali sono, quest’anno, i suoi sintomi più caratteristici? Brividi e febbre che aumenta repentinamente, fino a portarsi anche oltre i 39°C. Mal di gola e disfonia, con voce rauca e possibile impedimento nel deglutire. Dolori assortiti di tipo articolare e muscolare, diffusi praticamente ovunque. Spossatezza invalidante, tale da farti sentire senza forze. Tosse secca, abbaiante, talvolta soffocante, con fastidioso prurito tra gola e naso che gocciola come un rubinetto. Bruciore agli occhi e lacrimazione. Mal di testa associato a senso di testa vuota, sonno disturbato, perdita di appetito, turbe dell’umore. Disagi intestinali con nausea, turbe digestive, frequentemente crampi addominali, diarrea, emorroidi.

 

Quanto dura il malessere?

Generalmente la manifestazione acuta dell’influenza si autolimita, nel senso che si spegne da sola nell’arco temporale di qualche giorno (mediamente meno di una settimana), semmai lasciando strascichi come tosse di varia intensità e sensazione di precaria forma fisica, perduranti anche per alcune settimane.

Tuttavia, i tempi di risoluzione dell’infezione respiratoria causata dalla sindrome influenzale sono suscettibili di ampie fluttuazioni dipendenti, oltre che dalla tipologia degli agenti responsabile dell’infezione, anche e soprattutto dall’età della persona colpita, dalle sue complessive condizioni di salute, dai livelli di efficienza del suo sistema immunitario e, dunque, dalla capacità di quest’ultimo di svolgere, se adeguatamente addestrato, un’efficace azione protettiva. È a seconda di questi fattori che un caso di influenza può passare inosservato in mancanza di sintomi apprezzabili, può manifestarsi con il suo classico corteo sintomatologico, oppure può arrivare a causare complicazioni di varia gravità".

Lo stesso quadro sintomatico potrebbe però riguardare altre sindromi, tipiche della stagione fredda e provocate da un set di virus respiratori detti 'parainfluenzali', ovvero di una combinazione tra questi ultimi e i virus dell’influenza.

 

Le possibili complicazioni

Quelle più frequenti sono rappresentate da polmoniti, otiti, rino-sinusiti o, comunque, da un peggioramento di quadri clinici pre-esistenti. Si tratta di eventualità più immediatamente correlabili al progressivo indebolimento del sistema immunitario che fisiologicamente accompagna l’invecchiamento. Sicché, con il progredire dell’età, aumenta la probabilità di complicanze che diventano ancora più temibili in concomitanza di patologie croniche a carico dell’apparato cardiovascolare o respiratorio o renale o nervoso.

 

Le cure

Qual è la migliore terapia per curare l’influenza? Liquidi, da assumere in abbondanza per favorire un’adeguata idratazione. Ricorrere a farmaci sintomatici del tipo anti-infiammatori/antifebbrili tanto per attenuare i mal di testa, i dolori articolari, il malessere generale", ricorda. 

Per quanto riguarda la possibilità d assumere gli antibiotici, visto che  gli antibiotici non curano l’influenza, semmai potranno essere prescritti ai soggetti più a rischio per prevenire eventuali sovrainfezioni batteriche, e dopo aver sentito un medico e comunque solo nel caso in cui i sintomi dell’influenza non dovessero passare con la più basica automedicazione, ovvero nei casi in cui dopo un’apparente guarigione, dovesse manifestarsi un ritorno di febbre e tosse produttiva.