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E' morto Richard Slayman, primo uomo a ricevere un rene di maiale geneticamente modificato

Isabella La Pumadi
Isabella La Puma
Pubblicato il: 18/06/2024 vai ai commenti

Attualità

Lo scorso maggio è morto a 62 anni Richard «Rick» Slayman, il primo uomo a essere stato sottoposto a un intervento di trapianto di un rene di maiale geneticamente modificato. Come riporta il Guardian, Slayman era stato operato nell’ospedale generale del Massachusetts. I medici al momento sostengono che non ci siano indicazioni che la causa della morte sia legata al trapianto. Slayman soffriva da tempo di diabete e ipertensione, due condizioni che avevano contribuito al peggioramento dei suoi reni fino alla perdita di funzionalità. Era stata la prima persona a subire un intervento di questo tipo (uno simile era stato svolto in un ospedale di New York nel 2021, ma in quel caso il rene proveniente da un maiale geneticamente modificato era stato impiantato in un uomo cerebralmente morto). Secondo i medici che lo avevano seguito, dopo l’operazione Slayman camminava da solo e stava relativamente bene.

La famiglia di Slayman in un comunicato ha comunque ringraziato i medici perché con «i loro enormi sforzi nel condurre lo xenotrapianto hanno dato alla nostra famiglia altre sette settimane con Rick, e i nostri ricordi fatti durante quel periodo rimarranno nelle nostre menti e nei nostri cuori». I famigliari hanno spiegato che il 62enne si era voluto sottoporre all’operazione anche per dare speranza alle migliaia di persone che aspettano un trapianto per sopravvivere. «Rick ha raggiunto questo obiettivo – spiegano i famigliari – e la sua speranza e il suo ottimismo dureranno per sempre».

Slayman aveva accettato di ricevere per la prima volta al mondo uno xenotrapianto da rene di maiale ingegnerizzato. Gli era stato impiantato lo scorso 16 marzo un rene di maiale geneticamente modificato con 69 modifiche genomiche da un'equipe formata da Leonardo V. Riella, direttore medico per i trapianti di rene, Tatsuo Kawai, direttore del Legorreta Center for Clinical Transplant Tolerance, insieme a Nahel Elias, direttore ad interim del reparto di chirurgia e chirurgia dei trapianti di rene.

La procedura era stata eseguita nell'ambito di un unico protocollo della FDA (Food and drug administration) ad uso compassionevole (EAP), concesso a un singolo paziente o a un gruppo di pazienti con malattie gravi e potenzialmente letali per ottenere l'accesso a cure sperimentali o studi clinici in assenza di terapie valide. Il paziente, inoltre, aveva ricevuto un'infusione di nuovi farmaci immunosoppressori.

L'uomo si era dichiarato entusiasta di riprendere a trascorrere del tempo con la famiglia, gli amici e le persone care senza il peso della dialisi che aveva influenzato la qualità della sua vita per molti anni.

Lo xenotrapianto è il trapianto di un organo appartenente ad un individuo di una specie diversa , quindi s'intende sia il trapianto di un organo da un animale nell’uomo, sia da un animale di una specie a un animale di una specie diversa. Vi si fa ricorso perchè la richiesta di un trapianto di organi supera l’offerta di organi donati. Basti pensare che nel nostro Paese, secondo i dati del Sistema Informativo del Centro Nazionale Trapianti presso l'Istituto Superiore di Sanità, sulle liste dei pazienti in attesa di ricevere un trapianto, sono circa 8 mila i connazionali in lista d’attesa per il trapianto di un organo, tra loro circa 6 mila pazienti aspettano un nuovo rene, in media più di tre anni. Ecco perché è importante non opporsi alla donazione di organi. Eppure, ancora il 30% degli italiani dice no a un gesto di altruismo che salva la vita.

 

Crediti

The Guardian.com