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Medici contro infermieri. L'eterna lotta nel conflitto interprofessionale verticale

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 19/09/2024 vai ai commenti

FormazioneProfessione e lavoro

Il sistema sanitario è caratterizzato da un'ampia gamma di professionisti che operano a diversi livelli, ciascuno con competenze specifiche e ruoli ben definiti. Tuttavia, la complessità del lavoro in questo settore, unita alla natura gerarchica delle organizzazioni sanitarie, rende spesso inevitabile l'emergere di conflitti interprofessionali. In particolare, il conflitto interprofessionale verticale si manifesta quando vi è uno scontro di interessi, valori o potere tra professionisti appartenenti a diversi livelli gerarchici. Questo tipo di conflitto ha un impatto diretto sulla qualità delle cure e sul benessere dei lavoratori, rendendolo un tema di grande rilevanza.

Definizione del conflitto interprofessionale verticale
Il conflitto interprofessionale verticale si riferisce a tensioni e disaccordi che sorgono tra professionisti che occupano diverse posizioni all'interno della gerarchia di un'organizzazione. In sanità, questo conflitto può verificarsi tra medici, infermieri, dirigenti, personale amministrativo e altri operatori sanitari. Le relazioni gerarchiche in sanità sono particolarmente pronunciate, con i medici generalmente al vertice della piramide decisionale, seguiti dagli infermieri, tecnici e altri professionisti sanitari. Questo tipo di conflitto può emergere in diverse situazioni, come la gestione delle risorse, le decisioni cliniche e la distribuzione dei compiti.

Contesto e natura dei conflitti
Il rapporto tra medici e infermieri è storicamente caratterizzato da una chiara divisione dei ruoli, con i medici responsabili delle decisioni cliniche e gli infermieri del supporto assistenziale. Tuttavia, la crescente complessità delle cure sanitarie e l'evoluzione delle competenze infermieristiche hanno portato a una maggiore interdipendenza tra queste professioni. Questo cambiamento ha generato nuove dinamiche di potere, spesso accompagnate da tensioni.

Il conflitto tra medici e infermieri può assumere varie forme, tra cui:

  • Conflitto di ruolo: la confusione o sovrapposizione dei ruoli e delle responsabilità può portare a incomprensioni. Ad esempio, un medico potrebbe prendere decisioni senza consultare gli infermieri, nonostante questi ultimi siano direttamente coinvolti nell'assistenza al paziente.
  • Conflitto di potere: la differenza gerarchica tra medici e infermieri può portare a una distribuzione asimmetrica del potere decisionale. Gli infermieri potrebbero sentirsi esclusi dalle decisioni cliniche o sottovalutati nel loro contributo alla cura del paziente.
  • Conflitto di comunicazione: una comunicazione inefficace o insufficiente tra medici e infermieri è una delle principali cause di conflitto. La mancanza di informazioni chiare o la non condivisione delle decisioni può generare frustrazione e malintesi.

Cause dei conflitti tra medici e infermieri
Le principali cause dei conflitti tra medici e infermieri possono essere ricondotte a diversi fattori:

  • Gerarchia professionale: tradizionalmente, i medici occupano una posizione di autorità rispetto agli infermieri. Questa disparità di status può creare tensioni, specialmente quando gli infermieri si sentono sminuiti o non ascoltati nelle decisioni che riguardano il paziente.
  • Differenze di formazione e competenze: medici e infermieri hanno percorsi formativi e approcci differenti alla cura del paziente. I medici si concentrano principalmente sulla diagnosi e il trattamento, mentre gli infermieri sono formati per fornire cure continue. Queste differenze possono creare divergenze nei piani di cura e nella gestione del paziente.
  • Mancanza di riconoscimento: gli infermieri possono percepire una mancanza di riconoscimento del proprio ruolo e delle proprie competenze da parte dei medici, soprattutto quando il loro contributo alle decisioni cliniche viene ignorato. Allo stesso modo, i medici potrebbero percepire una mancanza di rispetto per la loro autorità da parte degli infermieri.
  • Carichi di lavoro e stress: in situazioni di emergenza o con un elevato carico di lavoro, le tensioni possono aumentare. I conflitti possono sorgere quando il personale è sotto pressione, e la collaborazione interprofessionale diventa più difficile da mantenere.
  • Aspettative diverse: Medici e infermieri possono avere aspettative diverse sul loro ruolo nell'organizzazione. Ad esempio, un infermiere potrebbe aspettarsi maggiore autonomia nella gestione del paziente, mentre un medico potrebbe aspettarsi che l'infermiere esegua esclusivamente le sue direttive.

Effetti dei conflitti
I conflitti tra medici e infermieri hanno conseguenze significative non solo per i professionisti coinvolti, ma anche per l'intera organizzazione sanitaria e, soprattutto, per i pazienti.

  • Riduzione della qualità delle cure: la mancanza di collaborazione e comunicazione tra medici e infermieri può compromettere la qualità dell'assistenza al paziente, portando a errori medici, trattamenti ritardati o inadeguati e scarsa continuità delle cure.
  • Soddisfazione professionale ridotta: i conflitti possono ridurre la soddisfazione professionale sia per i medici che per gli infermieri, aumentando il rischio di burnout. Questo, a sua volta, può influire sul turnover del personale e sulla stabilità dell'organico.
  • Ambiente di lavoro tossico: la presenza di conflitti persistenti crea un ambiente di lavoro tossico, caratterizzato da tensioni, ostilità e mancanza di fiducia reciproca. Questo può portare a un aumento dello stress lavorativo e a una minore efficacia del team sanitario.
  • Impatto sui pazienti: i pazienti possono percepire il conflitto tra i professionisti della salute, il che può ridurre la loro fiducia nel sistema sanitario e influire negativamente sulla loro esperienza di cura. Inoltre, una cattiva collaborazione tra medici e infermieri può ritardare le decisioni terapeutiche, compromettendo il risultato finale delle cure.

Alcuni esempi sui conflitti tra medici e infermieri mettono in luce diverse cause e dinamiche che alimentano le tensioni tra queste due categorie professionali.

Conflitti di competenze: un'area di forte scontro riguarda il riconoscimento delle rispettive competenze. Negli ultimi decenni, gli infermieri hanno ottenuto una maggiore autonomia professionale, sancita da normative come il DM 739/1994 e la Legge 42/1999, che hanno eliminato il concetto di "ausiliarietà" dell'infermiere rispetto al medico. Tuttavia, nella pratica quotidiana, molti medici faticano a riconoscere questa autonomia, generando tensioni. Un esempio emblematico è il caso del 118 bolognese, dove protocolli che consentivano agli infermieri di eseguire determinate procedure hanno portato a conflitti legali tra le categorie.


Disallineamento dei valori professionali: le diverse professioni sanitarie possano interpretare i valori professionali in modi differenti. Ad esempio, mentre i medici possono concentrarsi su decisioni rapide e mirate alla diagnosi e al trattamento, gli infermieri tendono a mettere al centro del loro operato un approccio più di supporto continuo al paziente. Queste differenze valoriali possono essere una fonte di incomprensioni e conflitti nelle organizzazioni sanitarie

Gerarchia e comunicazione:  molte tensioni derivano dalla natura gerarchica delle strutture sanitarie. In queste organizzazioni, i medici occupano spesso posizioni di potere che non sempre includono gli infermieri nei processi decisionali, nonostante questi ultimi svolgano un ruolo essenziale nell’assistenza diretta ai pazienti. Questo squilibrio di potere, unito a una comunicazione inefficace, contribuisce a creare conflitti sul luogo di lavoro.