Infermieri e ostetriche: formazione, stipendi e condizioni di lavoro, è emergenza
La Commissione Affari sociali della Camera ha avviato un ciclo di audizioni nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sul riordino delle professioni sanitarie, ascoltando il contributo di rappresentanti di alcune delle principali categorie professionali del settore. In particolare, sono stati auditi il dott. Carmelo Gagliano, rappresentante e consigliere della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), e la prof.ssa Silvia Vaccari, presidente della Federazione nazionale degli Ordini della professione di ostetrica (FNOPO). Entrambi hanno messo in luce le criticità e le sfide future per le loro professioni, evidenziando le aree su cui è urgente intervenire per garantire un servizio sanitario efficace e sostenibile.
La crisi del personale infermieristico: un'emergenza nazionale
Nel corso del suo intervento, il dott. Gagliano ha lanciato un allarme sulla grave carenza di personale infermieristico in Italia, stimata attualmente in circa 70.000 unità. La situazione risulta particolarmente critica al Nord, dove il deficit raggiunge il 45%, mentre al Centro e al Sud si attesta rispettivamente al 20% e al 35%. La carenza di personale incide pesantemente sui carichi di lavoro, con una media di 11 pazienti per infermiere, ben oltre il limite raccomandato di 6 pazienti per infermiere. Questa condizione espone sia i professionisti che i pazienti a rischi crescenti, compromettendo la qualità dell'assistenza sanitaria.
Un altro fattore critico è il progressivo invecchiamento della popolazione italiana, che rende la questione ancora più pressante. L'Italia è il secondo paese più anziano al mondo dopo il Giappone, con il 73% degli over 74 affetti da almeno una malattia cronica e l’86% degli over 75 che presenta più patologie. Inoltre, la crescente diffusione di famiglie monocomponente, in particolare in regioni come la Liguria, aumenta la domanda di assistenza.
Gagliano ha sottolineato anche il problema del pensionamento imminente di circa 130.000 infermieri nei prossimi dieci anni. Nonostante l’aumento dei posti disponibili nei corsi di laurea fino a 20.000 posti nel 2024-2025, il calo demografico rende difficile coprire queste posizioni con nuove leve, aggravando ulteriormente la carenza.
Fuga all'estero e aggressioni: le altre sfide degli infermieri
Oltre alla carenza di personale, il dott. Gagliano ha evidenziato altri problemi che affliggono la professione infermieristica. Circa 30.000 infermieri italiani hanno scelto di lavorare all’estero, con un costo di formazione per lo Stato stimato in 507 milioni di euro. A questo si aggiunge il fenomeno delle aggressioni fisiche nelle strutture sanitarie, che colpiscono prevalentemente le donne (76% dei casi). Questi episodi contribuiscono ad alimentare un clima di insoddisfazione e frustrazione tra i professionisti sanitari, già gravati da stipendi significativamente inferiori rispetto alla media europea: il 26% in meno, con differenze ancora più marcate rispetto a paesi come la Svizzera, dove gli stipendi sono superiori del 46%.
Per contrastare questi problemi, Gagliano ha auspicato maggiori investimenti nella formazione e nella valorizzazione delle carriere infermieristiche, accompagnati da un adeguamento retributivo. Solo così, ha affermato, sarà possibile evitare fenomeni come la cosiddetta "Great Resignation" e garantire la retention del personale sanitario.
La situazione delle ostetriche: denatalità e necessità di riforme
Anche la prof.ssa Silvia Vaccari ha presentato un quadro complesso della situazione delle ostetriche in Italia. Nei prossimi anni, circa 6.000 ostetriche andranno in pensione, lasciando un vuoto significativo in un settore già sotto pressione. Nonostante l’alto numero di candidati (cinque volte i posti disponibili), quest’anno sono stati assegnati solo 1.240 posti sui 1.600 richiesti, segnale di una pianificazione insufficiente rispetto alle reali esigenze del sistema sanitario.
La denatalità, un tema di grande preoccupazione, sta influenzando negativamente il settore. Le ostetriche non si limitano al ruolo tradizionale in sala parto, ma svolgono un lavoro fondamentale di prevenzione, cura e accompagnamento, anche in contesti di riabilitazione. Tuttavia, alcune aree del Paese sono prive di figure ostetriche, creando vuoti assistenziali gravi che richiedono una riorganizzazione territoriale.
Riconoscimento e valorizzazione della professione ostetrica
La prof.ssa Vaccari ha inoltre sottolineato l’obsolescenza del profilo professionale delle ostetriche rispetto ai bisogni di salute attuali, pur ricordando che queste figure godono di autonomia professionale dal 1994. Tuttavia, è necessario un maggiore riconoscimento, in particolare in ambiti specialistici come la procreazione medicalmente assistita e la riabilitazione del pavimento pelvico.
Per contrastare il fenomeno della denatalità, sono stati avviati progetti innovativi come l’ostetrica di famiglia e di comunità, che prevede un’assistenza domiciliare volta a intercettare precocemente problematiche socio-sanitarie come la violenza domestica o la malnutrizione.
Infine, la presidente della FNOPO ha chiesto una maggiore tutela legale per le ostetriche, spesso esposte a contenziosi penali e civili legati alla responsabilità di assistere non solo la donna, ma anche il bambino e l'intera famiglia.
Le audizioni hanno evidenziato la necessità di un intervento strutturale per affrontare le sfide che affliggono le professioni infermieristiche e ostetriche. Oltre alla carenza di personale, emergono problematiche legate a formazione, retribuzioni e condizioni di lavoro. Solo con un approccio integrato e una programmazione adeguata sarà possibile garantire la sostenibilità del sistema sanitario italiano, in un contesto di crescenti bisogni legati all'invecchiamento della popolazione e al calo demografico.