Riconosciuto diritto a indennità di turno anche nei giorni di riposo compensativo dopo la notte
Con l’ordinanza n. 3012, la Corte Suprema respinge il ricorso dell’ASL, ribadendo il diritto dei lavoratori all’indennità per giorni di riposo successivi ai turni notturni
La Corte di Cassazione ha confermato con l’ordinanza n. 3012 del 2020 il diritto dei lavoratori a ricevere l'indennità di turno anche nei giorni di riposo compensativo che seguono i turni notturni. La decisione, che ha respinto il ricorso di una ASL contro la sentenza della Corte d’Appello di Napoli, rappresenta un passo importante nella tutela dei diritti dei lavoratori impiegati in regimi di turnazione intensiva, come quello su tre turni con frequenti turni notturni. La Cassazione ha stabilito che l'indennità va riconosciuta anche nei giorni di recupero psicofisico, sottolineando che questi sono strettamente legati alla necessità di recuperare dalle difficoltà del lavoro notturno prolungato.
La vicenda
La controversia nasce dal rifiuto dell’ASL di riconoscere ai propri dipendenti l'indennità di turno prevista dall’art. 44 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) Sanità del 1995 per i giorni di riposo compensativo. Il Tribunale di Torre Annunziata, nel 2018, aveva inizialmente accolto i ricorsi dei lavoratori, riconoscendo il loro diritto a ricevere tale indennità anche nei giorni di riposo. Questa decisione è stata poi confermata dalla Corte d’Appello di Napoli, che ha respinto il ricorso dell’ASL nel 2020.
L’ASL ha sostenuto che il diritto all’indennità per i giorni di riposo fosse limitato ai soli casi di assenza dal servizio per motivi straordinari e non per il recupero delle energie psico-fisiche. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha respinto questa argomentazione, confermando che il riposo compensativo successivo a un turno notturno di 12 ore è strettamente correlato all’intensità del lavoro e, pertanto, deve essere riconosciuto come diritto.
La decisione della Cassazione e le motivazioni
La Cassazione ha stabilito che il riposo compensativo non è solo una giornata di assenza, ma una necessità collegata all’intensità del lavoro notturno. Secondo la Corte, l’indennità di turno prevista dall’art. 44 del CCNL Sanità del 1995, applicabile al personale sanitario, non può essere negata nei giorni di riposo compensativo poiché tale riposo è funzionale al recupero delle energie e strettamente connesso alla maggiore gravosità delle prestazioni lavorative.
La Corte ha sottolineato che la particolare intensità dei turni notturni, con durata di 12 ore, rende necessaria una giornata successiva di riposo per garantire il recupero psicofisico del lavoratore. Questo giorno di riposo va considerato come un “riposo compensativo” e, pertanto, va retribuito come qualsiasi altro giorno lavorato ai fini dell’indennità.
Implicazioni per il settore della sanità e per i lavoratori su turni
Questa decisione della Cassazione è destinata ad avere un impatto significativo sulle pratiche lavorative in ambito sanitario, dove il lavoro su turni è spesso una realtà quotidiana e, in particolare, sul riconoscimento dei diritti economici per i giorni di riposo compensativo. La sentenza, infatti, chiarisce che i lavoratori che svolgono turni intensivi e notturni hanno diritto all’indennità di turno anche nei giorni in cui sono assenti dal servizio per riposare, purché tale assenza sia conseguente alla turnazione e non superi il limite contrattuale delle 36 ore settimanali.
Questa ordinanza rappresenta una tutela per i lavoratori turnisti, riconoscendo le esigenze di recupero del personale che lavora in condizioni particolarmente gravose. Per le ASL e gli enti sanitari, ciò potrebbe significare una revisione delle loro politiche di gestione e compensazione dei turni, al fine di conformarsi ai criteri di equità stabiliti dal CCNL e dalla giurisprudenza.
La sentenza n. 3012 della Corte di Cassazione si inserisce in un quadro di tutela dei diritti del lavoratore, consolidando il principio secondo cui l’indennità di turno non è solo legata alla presenza fisica in servizio ma è strettamente connessa alla gravosità del lavoro svolto. Questo orientamento giuridico rappresenta un passo avanti nella protezione dei diritti dei lavoratori turnisti, evidenziando l’importanza di riconoscere il valore economico delle giornate di riposo compensativo, indispensabili per il recupero psicofisico dei dipendenti.
Con questa decisione, la Cassazione ha messo in chiaro che il diritto all’indennità di turno deve includere anche il riposo compensativo, invitando le aziende sanitarie a considerare il benessere dei lavoratori nelle loro politiche di gestione del personale e a riconoscere il giusto compenso per la fatica e l’impegno dei turnisti notturni.