Iscriviti alla newsletter

NurSind: in Piemonte gli infermieri restano la criticità più grave, oggi e domani

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 15/04/2025

NurSind dal territorioPiemonte

 

Ad esclusione di Città della Salute, incontro previsto per fine mese, è terminato il confronto con tutte le aziende sanitarie regionali sul piano di assunzioni straordinarie previste dall’osservatorio.
“L’Osservatorio Regionale ha fatto il suo corso ed è strumento di monitoraggio importante ma ora sono necessarie azioni e strumenti nuovi, anche in considerazione dell’analisi dei risultati raggiunti e delle criticità evidenziate”.

Mancano 6.000 infermieri in Piemonte per far fronte alle carenze negli ospedali pubblici e nelle Rsa, tenuto anche conto del fabbisogno necessario per aprire le case e gli ospedali di comunità che entro il 31/12/2026 dovrebbero entrare in funzione.
Dai dati dell’osservatorio regionale si evince come non avere centrato l’obbiettivo sulle assunzioni previste da quelle che erano le sole risorse economiche messe a disposizione (e non certo volto a soddisfare il reale fabbisogno) sia stato determinante il dato sugli infermieri.
Delle 1.500 unità che dovevano essere assunte extra turnover al 31/12/2024, e ancora oggi al 31/03/2025, nel comparto sanità ne sono stati assunti poco più di 1.100, considerate anche l’assunzione di profili di tipo amministrativo che non erano previsti dagli accordi, non con queste risorse.

A mancare all’appello dall’obbiettivo dell’osservatorio sono i 400 infermieri. Una goccia nel mare rispetto alle migliaia mancanti. Sono oltretutto diverse le aziende che non hanno neanche soddisfatto il turnover per questa figura.

Un dato che non può che peggiorare se guardiamo alla curva pensionistica dei prossimi anni.
La previsione infatti è di circa 1.000 uscite all’anno nella nostra regione, a fronte di poco più di 6/700 neo laureati che teoricamente potrebbero entrare.
Il delta è preoccupante se si tiene conto che non è per nulla scontato che tutti decidano di restare in Piemonte. Inoltre, i soli concorsi, se non governati da una attenta analisi della situazione e interventi mirati, serviranno certamente ad immettere le risorse fresche a disposizione ma contestualmente genereranno un continuo cambio tra aziende di infermieri già dipendenti, spesso svuotando le zone più disagiate.

Abbiamo più volte proposto alla regione... la necessità e l’urgenza di aprire una unità di crisi, un focus specifico e dedicato per affrontare la situazione sulla questione infermieristica.

“L’osservatorio regionale... lo consideriamo una esperienza chiusa”: dichiara Francesco Coppolella, segretario regionale del NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche.

Auspichiamo che... si vogliano mettere in campo azioni, interventi e soluzioni che riteniamo non rinviabili.

Ad oggi, oltre ad evidenziare come ci siano realtà che non hanno soddisfatto neanche il turn over, ce ne sono molte altre che non hanno centrato l’obbiettivo e di quelle che lo hanno fatto permane una instabilità evidente a trattenere le risorse.
Di quelle che invece hanno assunto figure diverse dagli infermieri, non si capisce con quale piano organizzativo.

E ancora non vi è strumento per la verifica dell’utilizzo appropriato delle risorse extra tetti di spesa, relative all’applicazione del DM 77, la riforma territoriale.

Se è vero che mancano migliaia di infermieri, al di là dell’obbiettivo dell’osservatorio regionale che resta comunque insufficiente, non ci è stato indicato quali azioni si intendano mettere in campo per fronteggiare queste carenze.


LA SITUAZIONE A LIVELLO PROVINCIALE – AD ASTI

“Lo scorso 28 marzo – afferma Gabriele Montana, segretario territoriale di NurSind Asti – abbiamo presenziato all’incontro relativo alla situazione del quadrante Asti, Alba, Cuneo e Alessandria per il discorso relativo all’osservatorio.
L’analisi ha dimostrato che la situazione ad Asti è virtuosa. In questi ultimi anni, tutto quello che andava fatto in relazione al percorso assunzionale è stato fatto.
C’è stato un buon lavoro da parte del tavolo sindacale nei rapporti tra le passate e l’odierna direzione generale.

Chi andava assunto è stato assunto.
Se ad oggi mancano delle figure è perché queste non si sono presentate alle selezioni.
Ad esempio per i tecnici di radiologia abbiamo una carenza di oltre 10 unità, ma i possibili candidati non si sono presentati ai concorsi banditi.
La sanità privata offre più opportunità ed è più attrattiva.

Solo poco più di due settimane fa – prosegue Montana – c’è stato un provvedimento per l’assunzione di 20 infermieri e 15 colleghi presenti nell’ultima graduatoria... hanno accettato l’assunzione a tempo indeterminato.

Ovviamente però va affrontato un percorso triennale, quindi a breve dovrà essere bandito un concorso da parte di Azienda Zero per il personale infermieristico.

“Riassumendo – conclude Montana – il sistema Asti ha lavorato in modo oleato e produttivo: tutto quello che si poteva fare sul discorso assunzionale è stato fatto”.