Il lato oscuro della giustizia: dagli OPG alle REMS. L'inchiesta
L’attualità ci riporta drammaticamente su un argomento che è sempre stato caro ad InfermieristicaMente, cioè la sicurezza degli operatori sanitari, con una particolare attenzione all’ambito della Salute Mentale. Quella della “Psichiatria” è una delle branche meno considerate dal SSN, a cui vengono destinati fondi e risorse sempre insufficienti ma sulle cui spalle è riversata la delicata gestione del paziente “psichiatrico” autore di reato. Quest’ultimo è un argomento molto discusso negli ultimi anni ed ha alle spalle una lunga storia sia dal punto di vista giuridico/legislativo che di accettazione sociale.
Il problema di fondo sul quale tanto si discute è capire cosa prevale nel progetto per queste persone: la pena o la cura?
Ma facciamo un passo indietro...
Nel 1975, con il nuovo Ordinamento Penitenziario (legge n. 354/1975), viene rinominato il manicomio giudiziario in Ospedale Psichiatrico Giudiziario (O.P.G.). Si cambia la visione dell’internato che passa da persona che deve essere prevalentemente punita, a malato che deve essere principalmente curato; da qui anche la scelta del nome “ospedale”.
Il 1978 è l’anno della grande riforma: la legge 180 “Norme per gli accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori” (cosiddetta legge Basaglia) che successivamente confluirà nella legge n. 833/1978 di riforma del Sistema Sanitario Nazionale.
La svolta epocale si ha nel 2003 con la sentenza della Corte costituzionale n. 253 dove il ricovero in Ospedali Psichiatrici Giudiziari (O.P.G.) viene visto come obbligo di legge e non come percorso terapeutico e personalizzato per il singolo autore di reato affetto da patologia psichiatrica.
Deve arrivare il 1° aprile 2008 perché la Presidenza del Consiglio dei Ministri riconosca gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari come parte integrante della medicina penitenziaria e di conseguenza dia l’incarico alle Regioni di prevedere percorsi riabilitativi per i pazienti dimissibili dal regime carcerario.
La legge 30 maggio 2014 n. 81 converte il decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, recante “disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari”, ma mantiene la volontà di non modificare il sistema del doppio binario, la sanitarizzazione delle misure di sicurezza e l’idea che le strutture che accolgono i pazienti siano di tipo sanitario.
Ufficialmente si arriva alla chiusura definitiva degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari il 31 marzo 2015. Vengono così instituite le REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) che vedono una collaborazione tra il Ministero di Giustizia e il Ministero della Salute. I posti letto in queste strutture però sono insufficienti al fabbisogno e la gestione dei pazienti autori di reato grava sulle spalle dei servizi psichiatrici territoriali e delle comunità che non hanno i mezzi, il personale e le strutture adatte per questo delicato compito.
Da queste criticità nasce l’esigenza per InfermieristicaMente di indagare l’attuale situazione e di trovare delle risposte attraverso un’inchiesta che coinvolgerà esperti nel settore su tutto il territorio.