Catetere vescicale, dal gel sul guanto alla tecnica sterile: tutto quello che credevi di sapere
Il catetere vescicale a permanenza è un presidio comunemente usato durante l’ospedalizzazione. La più comune complicanza è l’infezione.
Le infezioni del tratto urinario associate catetere vescicale sono ancora un problema molto grave, (acronimo CAUTI), entro quattro settimane dall'inserimento del catetere, è prevedibile che le persone possano sviluppare batteriuria. Le motivazioni principali sono due, fungono da fonte di infezione i microrganismi residenti della flora colica e perineale del paziente e le mani (non pulite e contaminate) degli operatori sanitari.
Tali infezioni non soltanto prolungano l’ospedalizzazione, aumentando il costo della degenza, ma possono causare sintomi molto vari che vanno da un fastidio o bruciore locale a sepsi anche grave.
Tra le strategie di prevenzione delle CAUTI, due le tipologie di interventi che mirano a ridurre l’utilizzo inappropriato del CV c’è quella del posizionamento del catetere vescicale solo se necessario, ovvero:
- Ritenzione urinaria acuta o ostruzione delle vie urinarie.
- Monitoraggio della diuresi in pazienti critici.
- Favorire la guarigione di lesioni aperte sacrali o perineali in pazienti incontinenti.
- Prolungata immobilizzazione in pazienti che presentano trauma instabile toracico e/o spinale, politraumi come le fratture pelviche.
- Nel perioperatorio: in pazienti sottoposti a chirurgia urologica o di altre strutture contigue del tratto genito-urinario; in pazienti sottoposti a chirurgia maggiore, il catetere dovrebbe essere rimosso nel postoperatorio; in pazienti che necessitano durante l’intervento chirurgico, l’infusione di volumi importanti di liquidi o diuretici; la necessità del monitoraggio della diuresi durante l’intervento.
- Migliorare il comfort in pazienti nel fine vita.
Veniamo adesso alle domande più frequenti sul cateterismo vescicale:
Il gel lubrificante e tecnica dello strofinamento, è corretta?
Per quanto riguarda l’uso del lubrificante, la letteratura scientifica, (Loveday et al. 2014) suggerisce che il gel andrebbe introdotto in uretra mediante una siringa senza ago e questo vale sia per il lubrificante anestetico sia non. La tecnica dello strofinamento della punta del catetere sul gel lubrificante, posto sul guanto sterile della mano non dominante dell’operatore, va evitata. Non ha nessun fondamento scientifico, il lubrificante fa effetto solo a contatto con la mucosa ed almeno 5 minuti dopo il suo posizionamento.
L’inserimento del catetere vescicale è una tecnica sterile?
Associamo sempre la procedura per una corretto cateterismo al fattore sterilitaÌ€, per ridurre al minimo i rischi che condurrebbero ad una colonizzazione/infezione microbica delle vie urinarie. Non sempre peroÌ€, la procedura sterile eÌ€ l’unica via percorribile.
Infatti, secondo i recenti studi disponibili, non sembra vi siano sostanziali differenze nell’incidenza delle Infezioni correlate al cateterismo vescicale, fra la “tecnica sterile” e la “tecnica pulita”.
Dunque, se diamo per accertato che:
Le prime vie urinarie non sono sterili, anzi sono colonizzate da microrganismi protettivi
L’area circostante il meato uretrale eÌ€ certamente contaminata dalla contiguitaÌ€ con la zona perianale
Le nostre mani sono il primo e più temibile veicolo di infezione
In entrambe le procedure, è di fondamentale importanza il corretto ed efficace lavaggio delle mani (lavaggio antisettico), la detersione accurata dei genitali esterni e del meato urinario.
Se non si porraÌ€ massima attenzione in queste fasi cardine, la contaminazione saraÌ€ pressocheÌ inevitabile, anche utilizzando la tecnica sterile. In sintesi, per evitare di focalizzarsi su una tecnica sterile ormai considerata non vantaggiosa e talmente complessa da essere scarsamente applicata, di seguito verraÌ€ descritta la cateterizzazione vescicale con tecnica pulita e dispositivi sterili.
Domande e risposte più frequenti sul catetere vescicale a breve permanenza
- In quale momento della giornata è preferibile rimuovere il catetere vescicale a breve permanenza?
Gli autori di una recente revisione Cochrane, che includeva maggiormente studi condotti in popolazione chirurgica, concludevano che la rimozione di notte (22:00-24:00) del catetere a breve permanenza (durata inferiore a 14 giorni) rispetto la rimozione al mattino presto (6:00-8:00) determinava i seguenti esiti
- riduzione della durata del ricovero;
- risparmio di risorse economiche;
- maggiore volume di urina alla prima minzione
- prolungamento del tempo intercorso dalla rimozione del catetere alla prima minzione (solo uno studio incluso dimostrava il contrario).
Non risultano evidenze chiare rispetto al bisogno di ricateterizzazione e vi sono evidenze limitate che la rimozione di notte eviti la ricaterizzazione nella fascia oraria compresa tra le 20:30 e le 3:00.
- È una buona pratica clinico-assistenziale rimuovere precocemente il catetere vescicale a breve permanenza?
E’ evidenziato che la rimozione precoce sembra ridurre i tempi di ospedalizzazione.
- I cateteri vescicali a breve permanenza impregnati di argento riducono la batteriuria?
La revisione Cochrane di Schumm et al. (10) afferma che i cateteri impregnati di argento riducono il rischio di batteriuria asintomatica associata al catetere, rischio di infezioni sintomatiche del tratto urinario.
- I cateteri vescicali a breve permanenza impregnati di antibiotico riducono la batteriuria?
La revisione Cochrane di Schumm et al. afferma che i cateteri impregnati di antibiotico riducono il rischio di batteriuria asintomatica associata al catetere nei pazienti con cateterismo inferiore a una settimana, ma futuri studi dovranno valutare la riduzione del rischio di infezioni sintomatiche del tratto urinario.
- Esistono cateteri vescicali standard migliori di altri nel ridurre il rischio di batteriuria nei pazienti adulti ospedalizzati con catetere vescicale a breve permanenza?
Nessun catetere standard è migliore di un altro in termini di riduzione del rischio di batteriuria. Il catetere al silicone potrebbe determinare minori effetti collaterali uretrali negli uomini (sensazione di bruciore, uretriti).
- È una buona pratica clinico-assistenziale effettuare la profilassi antibiotica nei pazienti con catetere vescicale a breve permanenza?
Non vi sono prove sufficienti per concludere sull’efficacia dell’uso della profilassi antibiotica nella cateterizzazione a breve permanenza.
Domande e risposte più frequenti sul catetere vescicale a lunga permanenza
- È buona pratica clinico-assistenziale, nella cateterizzazione a lunga permanenza, effettuare i lavaggi vescicali?
Una revisione, condotta con l’obiettivo di valutare l’efficacia delle soluzioni liquide iniettate nel catetere vescicale a lunga permanenza (durata superiore a 28 giorni) per prevenire o per trattare un’ostruzione del catetere stesso, concludeva che non vi sono prove di efficacia a sostegno del lavaggio routinario del catetere vescicale.
- È buona pratica clinico-assistenziale effettuare la profilassi antibiotica nei pazienti con catetere vescicale a lunga permanenza?
Non vi sono prove sufficienti per concludere sull’efficacia dell’uso della profilassi antibiotica nella cateterizzazione a lunga permanenza (superiore a 14 giorni).
- Quale tipo di catetere a lunga permanenza è migliore nel ridurre le infezioni del tratto urinario associate a cateterismo?
Le prove di efficacia sono insufficienti per fornire indicazioni per la pratica clinico assistenziale.