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Aggressioni pronto soccorso, Rodigliano (NurSind): bene la proposta del questore ma non basta

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La Redazione
Pubblicato il: 24/04/2024 vai ai commenti

Emilia RomagnaNurSind dal territorio

Il sindacato degli infermieri denuncia l'inefficacia delle misure finora adottate per la sicurezza del personale sanitario. La segretaria regionale: “È necessario concentrare le risorse su chi affronta quotidianamente rischi maggiori, Cau finora inefficaci per ridurre l'affollamento dei pronto soccorso. È tempo di iniziative mirate e concrete”

BOLOGNA, 24 APRILE 2024 – Il Nursind, il sindacato degli infermieri, denuncia l'inefficacia delle misure adottate finora da istituzioni e aziende per proteggere il personale sanitario, in particolare nei Pronto Soccorso, sottolineando che l'indennità aggiuntiva prevista per i lavoratori in aree ad alto rischio è stata distribuita su una platea eccessivamente ampia, diluendone l'efficacia e privando di risorse cruciali chi opera in condizioni di effettivo pericolo.

In seguito alle dichiarazioni del questore di Bologna, Antonio Sbordone, sulle nuove misure di sicurezza in ospedale al vaglio, compreso un sistema di allerta rapida, il Nursind riconosce l'importanza di tali iniziative, ma ribadisce come siano ancora insufficienti. "Mentre accogliamo con favore il riconoscimento del problema da parte delle autorità e l'impegno a trovare soluzioni tecniche, rimaniamo preoccupati per la generica applicazione delle misure di sicurezza che non tengono conto delle reali esigenze di chi lavora in prima linea nei Pronto Soccorso", afferma Antonella Rodigliano, segretario del Nursind Emilia-Romagna.

Il personale dei Pronto Soccorso è tra i più esposti non solo a stress lavorativo elevato, ma anche a rischi per la propria incolumità, inclusi attacchi fisici e verbali. "Le aggressioni al personale sanitario sono un fenomeno odioso e intollerabile, che richiede risposte concrete e mirate -continua Rodigliano-. Invece di diluire l'indennità specifica per il personale del Pronto Soccorso su un ampio spettro di dipendenti ospedalieri, è necessario concentrare le risorse su chi affronta quotidianamente rischi maggiori." Il Nursind chiede quindi un riesame delle politiche attuali e l'introduzione di misure specifiche che riconoscano e ricompensino adeguatamente i rischi unici affrontati dal personale dei Pronto Soccorso. Questo include miglioramenti nella sicurezza fisica, protocolli di allerta rapida efficaci specificamente per le aree ad alto rischio e una revisione delle politiche di indennizzo per garantire che siano equamente e giustamente distribuite.

"Le soluzioni generaliste non sono sufficienti quando si tratta della sicurezza dei nostri infermieri -ribadisce infine Antonella Rodigliano-. È tempo di agire con decisioni mirate che garantiscano a questi eroi quotidiani la sicurezza e il riconoscimento che meritano. I Cau, sui quali la Regione ha finora rifiutato qualsiasi tipo di confronto con gli infermieri, si stanno rivelando insufficienti ad alleggerire i Pronto Soccorso -conclude-. Ma quando non si ascoltano i professionisti e si tende a solo a calare le decisioni dall'alto, i risultati non possono che essere questi, insoddisfacenti sia per chi ci lavora e sia per l'utenza, alla quale non viene raccontata con esattezza tutta la verità. Occorre, quindi, implementare politiche per gestire e ridurne l'affollamento, spesso una causa principale di tensione e frustrazione che può sfociare in violenza”.