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PA, stipendi da 100mila euro l’anno. Bottega: ‘Inaccettabile il divario con gli infermieri'

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 21/05/2024 vai ai commenti

AttualitàCronache sanitarie

“Saranno tutti stipendi meritatissimi quelli del personale delle Authority e di Palazzo Chigi, ma la sproporzione con le retribuzioni dei restanti dipendenti Pa, a cominciare dagli infermieri, che emerge dal conto annuale della Ragioneria generale dello Stato è inaccettabile. La nostra categoria è costretta a lottare - e lo sta facendo anche in vista del nuovo contratto - per ottenere degli aumenti dignitosi in busta paga mentre le vengono chiesti sacrifici e comprensione di fronte a un quadro sempre precario della finanza pubblica. Uno sforzo che evidentemente non devono fare tutti. Figli e figliastri, insomma. O anche dipendenti pubblici di serie A e serie B. Speriamo solo che quando le istituzioni torneranno sul pianeta terra non sarà troppo tardi e gli infermieri non si saranno tutti licenziati e scappati all'estero”. Lo afferma il segretario nazionale Andrea Bottega, in un post sui social, commentando i numeri della Ragioneria dello Stato, apparsi in un articolo del periodico Economy.

L'analisi del conto annuale del personale pubblico evidenzia forti disparità tra i diversi settori della pubblica amministrazione. Mentre alcune categorie, come i dipendenti delle Authority e i dirigenti apicali della presidenza del Consiglio, beneficiano di aumenti significativi delle retribuzioni, altri settori, come quello della sanità e dell’istruzione, subiscono una perdita di valore reale degli stipendi, sollevando questioni di equità e giustizia sociale.

Secondo la nuova edizione del conto annuale del personale pubblico della Ragioneria generale dello Stato, i dipendenti delle Authority italiane godono di stipendi medi sensibilmente elevati. Le otto Authority principali, che includono l'Anac, l'Agcom, l'Arera, l'Autorità dei trasporti, la Consob, il Garante della Privacy, l'Ivass e la commissione di vigilanza sui fondi pensione, hanno una retribuzione media di 100.881 euro lordi all’anno per i loro 2.183 dipendenti.

Questo dato rappresenta un aumento significativo del 41,2% rispetto ai 71.446 euro medi registrati nel 2012. La crescita salariale supera di gran lunga l’inflazione del periodo, che ha determinato un aumento reale del 23,9% del potere d’acquisto degli stipendi di questi dipendenti. Questi numeri, calcolati dal Sole 24 Ore, evidenziano una tendenza positiva per i dipendenti delle Authority, che possono contare su stipendi in continua crescita.

I Dirigenti Apicali della Presidenza del Consiglio: Retribuzioni Straordinarie

Anche i dipendenti della presidenza del Consiglio beneficiano di retribuzioni notevoli. I 1.832 dipendenti non dirigenti della presidenza del Consiglio percepiscono una busta paga media di 62.562 euro lordi all’anno. Questo rappresenta un incremento del 25,4% rispetto al 2012, con un aumento reale del 10% considerando l'inflazione cumulata nel periodo.

L'elemento più sorprendente è rappresentato dai 119 dirigenti apicali, che guadagnano in media 238.881 euro all’anno. Questo dato riflette un aumento del 29,3% rispetto al 2012, con un incremento reale del 13,5%. La presidenza del Consiglio si distingue inoltre per un elevato rapporto dirigenti-dipendenti, con un dirigente ogni 6,7 dipendenti, rispetto alla media di un dirigente ogni 55 dipendenti nei ministeri.

La Situazione nei Ministeri e in Altri Settori Pubblici

Le retribuzioni nei ministeri sono nettamente inferiori rispetto a quelle della presidenza del Consiglio. L’impiegato tipo della presidenza guadagna l’85% in più del ministeriale medio, e questa distanza è aumentata di dieci punti percentuali nell’ultimo decennio. Nei ministeri, l'incidenza dei dirigenti di seconda fascia sul totale del personale è aumentata del 31,4% negli ultimi dieci anni.

Regioni ed Enti Locali: Una Perdita di Valore Reale

D'altra parte, i dipendenti di regioni ed enti locali hanno visto una diminuzione del loro potere d’acquisto. In un decennio, le loro buste paga hanno perso il 5,4% del valore reale. Lo stesso trend negativo si riscontra nel settore sanitario, dove il personale non dirigente ha subito una riduzione del 4,6% del valore reale dei loro stipendi, nonostante i bonus ricevuti durante la pandemia. Gli insegnanti, anch'essi penalizzati, hanno visto una diminuzione dell’8,7% del loro potere d’acquisto.