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Infermieri: igiene sì o no? Un dibattito aperto che rivela quanta strada resta ancora da fare

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La Redazione
Pubblicato il: 22/11/2024 vai ai commenti

Lettere alla Redazione

Riceviamo e pubblichiamo una lettera arrivata in redazione che pone l'accento su una delle questioni più dibattute: l'identità professionale

Il nostro lettore che per ragioni di opportunità ha negato il consenso alla citazione della sua identità e del luogo di lavoro dove il fatto sarebbe avvenuto, ci regala uno spaccato sull'attività infermieristica che sarebbe ancora immatura ed incapace di esprimersi e farsi rispettare.

A voi il giudizio.

Genitle redazione,

a conferma del fatto che per quanto riguarda prestigio e identità professionale si parli molto a sproposito e ci sia molto da fare, vi riporto un episodio accaduto nel mio reparto.

Una signora straniera, non del tutto autonoma e vincolata da catetere vescicale e venoso centrale, doveva essere sottoposta alle cure igieniche del caso. Il destino ha voluto che in servizio in quel momento ci fosse un solo Operatore Socio Sanitario di sesso maschile e uno studente per la medesima qualifica anch’esso di sesso maschile.

La donna, nonostante la barriera linguistica, ha rifiutato l’assistenza dei due maschietti che prontamente hanno riferito all’infermiera presente in turno. Questa, si è prontamente attivata per tentare di comprendere le ragioni di tale rifiuto, scoprendo che probabilmente, erano da riferirsi a indecifrabili questioni culturali. La collega ha tentato in ogni modo di far capire la necessità che si provvedesse all’igiene personale per opera dell’oss ricevendo un secco diniego; la signora è stata quindi informata del fatto che non vi era in servizio un oss di sesso femminile che sarebbe rimasta sporca fino al pomeriggio e che in ogni caso, le proprie convinzioni culturali o religiose sarebbero state in ogni caso rispettate e trattate con premura mitigando ogni possibile motivo di imbarazzo. Nulla da fare. Nel frattempo interveniva la coordinatrice che decideva di sostituirsi alla figura dell’oss di sesso femminile e praticare le cure igieniche del caso ricevendo un rifiuto da parte della collega alla richiesta di aiuto.

Al pomeriggio, durante le consegne, l’infermiera raccontava l’accaduto alle due colleghe che prendevano servizio alla presenza della oss. Apriti cielo.

Una collega si schierava immediatamente con quella che si era rifiutata di aiutare la coordinatrice perché in un ospedale si possono capire tutte le questioni ma fino a un certo punto, sostenendo inoltre che fosse incredibile la presa di posizione della coordinatrice che di fatto aveva legittimato l’umiliazione del personale infermieristico, oss e dato vita a un imbarazzante precedente, più che probabile al prossimo turno di oss maschietti.

L’altra sosteneva che bisognava rispettare la cultura della paziente e che quindi fosse giusto che l’infermiera si sostituisse all’oss per praticare l’igiene della paziente. Di rimando si sentiva rispondere che a parti e nazioni inverse, non si sarebbe potuto nemmeno pensare di sollevare una protesta del genere.

L’oss che prendeva servizio metteva il carico di briscola dicendo che fosse compito dell’infermiera in ogni caso provvedere alle cure igieniche. Si sentiva rispondere che le cure igieniche non competono all’infermiere in quanto professione intellettuale e ribatteva sostenendo che di intellettuale nella nostra professione non c’è nulla che tanto le cose vanno fatte che l’oss ci sia o meno.

Insomma….un disastro

Una circostanza che a mio avviso ha messo a nudo tutte le criticità, contraddizioni, mancata presa di coscienza, incapacità di difendere il ruolo, di farsi rispettare ed evidenziato il carico di ignoranza che contraddistinguono ogni giorno il mondo dell’infermieristica.

Un episodio che è stato più illuminante di qualsiasi convegno e che dimostra come ci sia tanto ma proprio tanto da lavorare a tutti i livelli.

Saluti