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OSS strumentisti a Padova: interrogazione parlamentare denuncia rischi e violazioni normative

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 27/01/2025

AttualitàGovernoParlamento

Un’iniziativa dell’Ospedale di Padova ha sollevato un acceso dibattito e preoccupazioni tra professionisti e rappresentanti istituzionali. L’ospedale avrebbe ipotizzato di avviare un "corso interno per formare OSS come strumentisti in sala operatoria", con l’obiettivo di affiancare gli infermieri nelle attività tecniche e sanitarie. In merito l’onorevole Luana Zanella (Alleanza Verdi e Sinistra) ha presentato un’interrogazione parlamentare, denunciando possibili violazioni normative e rischi per la sicurezza dei pazienti.

Preoccupazioni su formazione e responsabilità

Il corso, rivolto esclusivamente agli operatori socio-sanitari (OSS), prevedrebbe un percorso formativo di appena 200 ore. Secondo Zanella, questo brevissimo iter formativo appare dunque inadeguato rispetto alla complessità delle competenze richieste in sala operatoria. L’onorevole sottolinea che le attività assegnate agli OSS, che includono la gestione e il controllo dei dispositivi e materiali chirurgici, comportano responsabilità tecniche e sanitarie delicate, attualmente riservate al personale infermieristico altamente specializzato.

La deputata evidenzia inoltre che, in assenza di una normativa chiara che ridefinisca il profilo economico e giuridico degli OSS, tale iniziativa rischia di trasformare la figura dell’OSS in un sostituto dell’infermiere, attribuendogli mansioni di livello superiore senza il riconoscimento formale o economico adeguato.

Le critiche della Federazione Migep

Anche la Federazione Migep – Stati Generali OSS – SHC OSS, con una lettera indirizzata al Ministro della Salute, ha espresso preoccupazione. Secondo la federazione, spingere l’OSS verso un ruolo dinamico e flessibile, sia nel settore pubblico che privato, non rappresenta una soluzione sostenibile alla cronica carenza di infermieri. La scelta di utilizzare personale con formazione limitata potrebbe compromettere la qualità dell’assistenza, generando nuovi squilibri nel sistema sanitario.

La federazione denuncia che l’assistenza di base, compito originario degli OSS, si stia trasformando gradualmente in competenze infermieristiche senza il supporto di un’adeguata formazione obbligatoria prevista per legge. Questa evoluzione aumenta le responsabilità degli OSS senza fornire loro gli strumenti necessari per affrontarle in sicurezza.

Discrepanze formative e rischi per la sicurezza

L’interrogazione parlamentare punta il dito contro la disparità formativa tra un corso di 200 ore per OSS e i percorsi universitari e master specialistici richiesti agli infermieri per operare come strumentisti di sala operatoria. La deputata Zanella teme che questa discrepanza possa aumentare il rischio di errori, mettendo a repentaglio la sicurezza dei pazienti e degli stessi operatori. Il progetto, secondo l’onorevole, rappresenterebbe un abuso di professione, in violazione delle normative vigenti.

A rafforzare il punto, viene citata la legge Gelli-Bianco sulla responsabilità professionale, che non include gli OSS tra i soggetti obbligati a stipulare polizze assicurative per responsabilità civile e penale. Inoltre, il decreto ministeriale n. 232 del 2023 classifica gli OSS come "operatori di interesse sanitario di natura tecnica", escludendoli dall’ambito delle competenze specialistiche previste per gli infermieri.

Un sistema sanitario al collasso

L’interrogazione sottolinea infine come la carenza di personale infermieristico non possa essere affrontata utilizzando gli OSS come una soluzione tampone. La mancanza di riconoscimenti economici, giuridici e professionali per queste nuove responsabilità potrebbe compromettere il benessere psicofisico dei lavoratori e la qualità dell’assistenza sanitaria.

L’onorevole Zanella chiede dunque al Governo di intervenire per valutare la legittimità del progetto dell’Ospedale di Padova e verificare se l’introduzione della figura dell’OSS strumentista non rappresenti una violazione dei contratti e delle normative vigenti. L’interrogazione mira a richiamare l’attenzione sull’urgenza di definire regole chiare e di evitare un preoccupante scivolamento verso la deregolamentazione delle professioni sanitarie.

Il dibattito è ora nelle mani delle istituzioni, ma resta alta la preoccupazione tra operatori e associazioni per l’impatto di queste scelte sul sistema sanitario italiano.