Emergenza Infermieri: esodo e burnout minacciano il SSN
La professione infermieristica in Italia si trova in una fase di grande criticità e trasformazione. Secondo l'ultima indagine conoscitiva sul riordino delle professioni sanitarie, presentata alla XII Commissione della Camera dei Deputati, il settore infermieristico rappresenta una delle aree più colpite dalla carenza di personale e dalle difficoltà di reclutamento e trattenimento nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Un gap che continua a crescere
Nonostante un incremento di 19.000 unità nel personale infermieristico tra il 2017 e il 2022, la carenza di professionisti rimane un problema strutturale. Le cause di questa crisi sono molteplici e spaziano dall’invecchiamento della popolazione, che aumenta la domanda di assistenza, alla crisi professionale che ha visto un calo nelle iscrizioni ai corsi di laurea in infermieristica. Nel 2023-2024, il rapporto tra domande di iscrizione e posti disponibili è sceso a 1,1, segnalando una flessione nella propensione dei giovani a intraprendere questa carriera.
Esodo e burnout: fattori di abbandono della professione
Un dato allarmante è rappresentato dall'aumento delle dimissioni volontarie tra gli infermieri, segno di un malessere crescente nella categoria. Le difficili condizioni di lavoro, il rischio elevato di burnout e la scarsa possibilità di bilanciare vita privata e professionale stanno portando molti infermieri a lasciare il SSN per cercare opportunità nel settore privato o all’estero.
Inoltre, l’imminente pensionamento di una larga fetta della forza lavoro infermieristica rischia di aggravare ulteriormente il problema. Attualmente, circa il 41% degli infermieri impiegati nel SSN ha un’età compresa tra i 50 e i 59 anni, con oltre 53.000 professionisti che si avvicinano ai requisiti per la pensione.
Interventi per rendere la professione più attrattiva
Il Ministero della Salute sta cercando di arginare la crisi con una serie di proposte e iniziative volte a valorizzare la professione infermieristica. Tra le principali misure in discussione vi sono:
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Revisione dei percorsi formativi: l’introduzione di lauree magistrali specialistiche in infermieristica per le cure primarie e di comunità, neonatali e pediatriche, nonché per le cure intensive e d’emergenza. L’obiettivo è quello di fornire agli infermieri competenze avanzate, aumentando il loro ruolo strategico nel SSN.
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Partecipazione alla Nursing Action dell’OMS: questa iniziativa prevede la creazione di piani d’azione per il reclutamento e il trattenimento degli infermieri, attraverso programmi di tutoraggio e analisi delle problematiche di forza lavoro.
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Miglioramento delle condizioni economiche: attualmente, lo stipendio medio di un infermiere italiano è inferiore del 19% rispetto alla media europea. Il governo sta valutando l’introduzione di incentivi economici per trattenere i professionisti nel SSN e per rendere più attrattive le posizioni in aree geografiche disagiate.
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Riorganizzazione delle competenze e valorizzazione del ruolo infermieristico: si punta a una revisione normativa per eliminare rigidità e sovrapposizioni nei ruoli professionali, permettendo agli infermieri di operare con maggiore autonomia.
La professione infermieristica è un pilastro fondamentale del sistema sanitario italiano. Tuttavia, senza interventi strutturali per risolvere le carenze di personale, migliorare le condizioni lavorative e aumentare l’attrattività della professione, il SSN rischia di trovarsi in una situazione di emergenza cronica. Il riordino delle professioni sanitarie rappresenta un’opportunità cruciale per ridisegnare il futuro degli infermieri in Italia, garantendo al contempo una risposta adeguata ai bisogni di salute della popolazione.