Disabilità, cambia tutto: cosa prevede davvero la riforma 2024-2027
Nuove definizioni, digitalizzazione, semplificazione delle procedure e accertamenti più equi: la riforma della disabilità è partita, ma a rilento. Ecco cosa cambia, quando, e in quali province.
Un nuovo approccio alla disabilità: il cuore del Decreto 62/2024
Con l'approvazione del Decreto Legislativo 62 del 2024, l'Italia compie un passo radicale verso la modernizzazione del sistema di riconoscimento della disabilità. Il provvedimento ridefinisce concetti chiave, introduce nuovi criteri di valutazione e ristruttura completamente le procedure di accertamento e concessione delle prestazioni legate all'invalidità civile. Il cambiamento più evidente è l'abbandono della terminologia "disabile" in favore di "persona con disabilità", coerentemente con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.
La nuova definizione di disabilità recepisce l'articolo 3 della legge 104/1992 riformulato: “è persona con disabilità chi presenta durature compromissioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che, in interazione con barriere di diversa natura, possono ostacolare la piena ed effettiva partecipazione nei diversi contesti di vita su base di uguaglianza con gli altri”.
Questa prospettiva pone l'accento non solo sulla condizione clinica, ma anche sulle barriere sociali e ambientali che limitano l'autonomia individuale.
Semplificazione, digitalizzazione e centralità dell'INPS
Uno dei capisaldi della riforma è la razionalizzazione dell'intero iter di riconoscimento della disabilità. L'INPS diventa l'unico soggetto pubblico responsabile del processo, con l'obiettivo di superare la storica frammentazione tra ASL, Regioni e altri enti.
Le novità operative comprendono:
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l'invio telematico obbligatorio del certificato medico introduttivo,
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l'interoperabilità tra le banche dati di INPS, ASL e Ministero della Salute,
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la valutazione multidimensionale della disabilità, che tiene conto non solo della patologia, ma anche del contesto familiare, sociale e lavorativo,
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la possibilità di un solo iter unificato per l'accesso a tutte le misure assistenziali (invalidità civile, accompagnamento, legge 104).
La fase sperimentale: dove e quando parte la riforma
La riforma è partita in via sperimentale il 1° gennaio 2025 in nove province: Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari, Trieste. Inizialmente prevista per durare 12 mesi, la fase sperimentale è stata prorogata a 24 mesi dal Decreto Milleproroghe (articolo 19-quater, Legge 15/2025), con estensione, a partire dal 30 settembre 2025, ad altre 11 province: Valle d'Aosta, Alessandria, Lecce, Genova, Isernia, Macerata, Matera, Palermo, Teramo, Vicenza e Provincia Autonoma di Trento.
La piena entrata in vigore è fissata per il 1° gennaio 2027, con applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale.
Cosa cambia per chi presenta domanda di invalidità
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Certificato medico introduttivo digitale: obbligatorio, trasmesso all'INPS da un medico certificatore. La validità del certificato è stata estesa a 90 giorni.
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Esenzione automatica per minorenni con patologie gravi: al compimento della maggiore età, la transizione avviene senza nuovo accertamento, salvo variazioni cliniche.
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Accertamenti sugli atti: in caso di documentazione completa, la visita diretta può essere evitata, velocizzando l'intero processo.
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Commissione Medica Integrata: sarà composta da medici INPS e potrà avvalersi di risorse regionali tramite convenzioni. Avrà anche compiti di orientamento per progetti individuali di vita.
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Accertamento provvisorio per pazienti oncologici: riconoscimento immediato delle condizioni invalidanti, con silenzio-assenso dopo 60 giorni.
Revisioni e controlli: meno burocrazia, più efficienza
La riforma elimina le revisioni per patologie irreversibili o ingravescenti. Le verifiche si svolgeranno preferibilmente sugli atti, senza necessità di nuove convocazioni. Fino al 31 dicembre 2025, anche per i pazienti oncologici, la revisione avverrà in questa modalità salvo esplicita richiesta.
Per contrastare le frodi, l'INPS ha sviluppato sistemi basati su intelligenza artificiale capaci di rilevare anomalie nelle richieste, favorendo controlli mirati e tempestivi.
Strumenti per ridurre i contenziosi: l'accertamento tecnico preventivo (ATP)
Il ricorso all'ATP diventa centrale per risolvere le controversie senza passare dal giudice. Obbligatorio dal 2011 per le cause previdenziali, l'ATP permette di accertare i fatti prima del processo e in contraddittorio, riducendo i tempi e garantendo maggiore equità.
L'accertamento tecnico è oggi il principale strumento di conciliazione per:
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invalidità civile,
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cecità e sordità civile,
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riconoscimento della disabilità,
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pensione di inabilità e assegno di invalidità.
Pagamenti automatizzati: una svolta per i beneficiari
Un'altra grande novità riguarda l'automatizzazione dei pagamenti: l'erogazione delle prestazioni economiche avverrà in automatico, senza necessità di ulteriori domande o solleciti. Questo meccanismo punta a evitare ritardi e disservizi, accelerando i tempi di accesso ai benefici.
Nelle province escluse: cosa succede fino al 2027
La circolare INPS n. 42 del 17 febbraio 2025 ha definito la procedura ancora vigente nelle province non coinvolte dalla sperimentazione. Essa prevede:
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certificato medico introduttivo rilasciato da un medico iscritto all'Ordine;
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invio della domanda all'INPS e trasmissione alla ASL;
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convocazione a visita presso la commissione medico-legale;
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invio del verbale in doppia copia (completa e oscurata);
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fase di concessione subordinata ai controlli amministrativi e reddituali.
Per pazienti oncologici e minori ricoverati in strutture pediatriche, restano valide le procedure semplificate, con certificati specialistici riconosciuti.
Una riforma di sistema attesa da anni
La riforma della disabilità non è solo un aggiornamento normativo: è una trasformazione culturale. Superare la logica dell'assistenzialismo per adottare un approccio personalizzato, multidimensionale, che metta al centro la persona e i suoi diritti. Il successo, però, dipenderà dall'efficacia dell'attuazione, dalla capacità di integrare i sistemi informatici e dalla formazione degli operatori coinvolti.
Il 2027 sarà lo spartiacque. I cittadini si aspettano meno carte, più risposte. Meno attese, più giustizia.
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