Santo Stefano Porto Potenza, NurSind: reparti al collasso e personale allo stremo
Il NurSind Macerata denuncia una situazione insostenibile: carenze gravi di personale, turni massacranti e rischio clinico in aumento. Ignorate le segnalazioni del personale. "Abbiamo chiesto alla Regione Marche la verifica dei requisiti per l’accreditamento della struttura".
"Va tutto bene", secondo KOS. Ma al Santo Stefano di Porto Potenza la realtà è ben diversa.
A denunciarlo è Elisabetta Guglielmi, infermiera e segretaria territoriale del NurSind Macerata, che racconta un quadro drammatico: reparti al limite, personale allo stremo, assenza totale di confronto e decisioni imposte senza preavviso.
Il commento del NurSind:
"Abbiamo cercato il dialogo, ma l’azienda ci ha liquidati dicendo che va tutto bene.
Purtroppo però, la realtà è un’altra: comunicazioni imposte, infermieri spostati a rotazione, ferie non coperte, OSS usati in sostituzione degli infermieri. Il personale è esausto.Abbiamo registrato oltre 10 dimissioni volontarie in poche settimane. Ci chiediamo come si possa garantire l’assistenza con 4 o 5 operatori in meno per reparto. La situazione è insostenibile.
Gli eventi avversi aumentano, i ricoveri urgenti si moltiplicano, un solo infermiere gestisce 40 pazienti nei turni serali. È inaccettabile.
La Regione non può più ignorare quanto sta accadendo."
— Elisabetta Guglielmi, Segretaria Territoriale NurSind Macerata
Carenze gravi, turni massacranti, sicurezza a rischio.
Nei reparti si lavora con organici ridotti all’osso: malattie non coperte, ferie negate, dimissioni per contratti migliori nel pubblico. Le “soluzioni” applicate dall’azienda consistono nel sostituire gli infermieri con OSS o nel trasferire personale da un reparto all’altro, peggiorando il rischio clinico e lo stress da lavoro correlato.
Situazione critica anche nel reparto URI, da sempre considerato un punto di riferimento. Invece di rafforzare il personale infermieristico per rispondere all’aumento del minutaggio assistenziale previsto per i pazienti con codice 75, si è ridotto il numero di infermieri, aumentando quello degli OSS. Un’assurdità che ha portato il personale a scrivere all’azienda. Ma nessuna risposta è mai arrivata.
Il silenzio della direzione è assordante.
«Da inizio anno – prosegue il NurSind – si è creata una situazione di sotto-organico cronico. In molti reparti non si raggiungono nemmeno i livelli minimi assistenziali previsti dalla normativa regionale.»
Una crisi che va oltre Porto Potenza
Quello che accade al Santo Stefano di Porto Potenza non è un caso isolato. Le stesse condizioni di lavoro si riscontrano in molte strutture sanitarie private in tutta Italia. È per questo che il 23 luglio, a Roma, il NurSind ha organizzato un sit-in per denunciare:
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Contratto collettivo scaduto da oltre dieci anni
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Carenze croniche di personale
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Turni massacranti
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Nessuna equiparazione con i colleghi del pubblico
Durante l’iniziativa, una delegazione del NurSind è stata ricevuta dal Capo di Gabinetto del Ministero della Salute, al quale ha presentato due proposte concrete:
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Aggiornamento vincolato del tariffario DRG
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Stanziamento di fondi nella Legge di Bilancio 2025
Il valore degli infermieri va riconosciuto con i fatti
"È stato significativo – conclude Guglielmi – sentire finalmente parole come criticità organizzative, turni festivi e notturni insostenibili, compiti oltre il riconosciuto.
Ma ora servono azioni concrete. Il nostro lavoro ha un valore sociale enorme, che non può essere ignorato o svilito. Dopo anni di silenzio, è il momento di cambiare rotta."