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Tiktok: falsi consigli sulla salute mentale

Vincenzo Rauccidi
Vincenzo Raucci
Pubblicato il: 04/08/2025

Professione e lavoroStudi e analisi

Un’indagine del quotidiano Guardian ha sollevato un serio allarme riguardo alla qualità dei consigli sulla salute mentale che circolano su TikTok. Analizzando i 100 video più popolari con l’hashtag #mentalhealthtips, i giornalisti hanno chiesto a psicologi e psichiatri di valutarne i contenuti. I risultati sono preoccupanti: più della metà (52 video) conteneva informazioni errate, mentre molti altri erano troppo vaghi o privi di utilità.

Questo studio mette in luce come molti influencer offrano soluzioni "rapide" e non attendibili, spesso usando un linguaggio terapeutico in modo improprio, con consigli che possono essere potenzialmente dannosi.

La disinformazione rilevata nei video si manifesta in diverse forme:

  • Soluzioni prive di fondamento scientifico: si va da consigli innocui ma falsi (come mangiare un’arancia sotto la doccia per l’ansia) a indicazioni potenzialmente pericolose, come la promozione di integratori con prove scientifiche limitate o la promessa di curare un trauma in un’ora.
  • Patologizzazione delle emozioni normali: lo studio ha evidenziato come esperienze emotive comuni (ansia, sbalzi d’umore, paura dell’abbandono) vengano erroneamente etichettate come sintomi di gravi disturbi mentali, come il disturbo borderline di personalità. Questo rischia di banalizzare le esperienze di chi soffre realmente e di confondere persone che non hanno un quadro clinico.
  • Semplificazione eccessiva: video di pochi secondi riducono a formule banali stati emotivi complessi. Ad esempio, un video suggerisce di scrivere esperienze traumatiche per 15 minuti per guarire, un metodo che non ha alcun riscontro scientifico.

Gli esperti, tra cui David Okai e Liam Modlin del King’s College di Londra, sottolineano come questi contenuti siano spesso basati su esperienze personali aneddotiche e non su evidenze scientifiche. L’uso improprio di termini come “benessere” e “disturbo mentale” crea ulteriore confusione. Anche la terapia viene presentata in modo semplicistico, come una soluzione magica, senza sottolineare che non esistono risposte universali valide per tutti.

Il dibattito sulla disinformazione nei social media si è acceso anche a livello politico nel Regno Unito, dove si sta valutando l’efficacia di leggi come l'Online Safety Act per contrastare i contenuti dannosi e gli algoritmi che li promuovono. Gli esperti chiedono un maggiore supporto professionale e l’accesso a informazioni basate su fonti affidabili.

Un portavoce di TikTok ha replicato all’indagine, definendo la metodologia dello studio limitante e sostenendo che la piattaforma è un luogo dove le persone possono condividere le proprie esperienze e trovare supporto. Ha inoltre aggiunto che TikTok collabora con organizzazioni come l’OMS per promuovere informazioni attendibili e rimuovere il 98% dei contenuti dannosi prima che vengano segnalati.