PICC più sicuri dei midline? I dati di uno studio lo confermano
I cateteri venosi midline (MVC), sempre più utilizzati nei contesti ambulatoriali per la somministrazione di terapie endovenose di durata medio-breve, continuano a suscitare interesse per i loro potenziali vantaggi rispetto ai cateteri centrali a inserzione periferica (PICC). Ma sono davvero un’alternativa valida e sicura? Uno studio recente, condotto in un centro di cura terziario, mette in dubbio questa ipotesi.
Lo studio, di tipo prospettico, open-label e a gruppi paralleli, aveva come obiettivo principale valutare se i midline fossero non inferiori ai PICC in termini di affidabilità per l’accesso vascolare destinato alla terapia endovenosa periferica (IVT) e ai prelievi di sangue, per trattamenti di durata compresa tra una e quattro settimane e senza indicazione per un catetere centrale.
Sono stati arruolati 294 pazienti adulti (età mediana 56,3 anni), tutti candidati all’inserzione di un PICC ma idonei anche a un midline. I partecipanti sono stati randomizzati in due gruppi: uno ha ricevuto un MVC, l’altro un PICC. I risultati parlano chiaro: solo il 66,7% dei pazienti con midline non ha avuto eventi avversi o disfunzioni legate al catetere, contro il 93,4% del gruppo PICC. La non inferiorità del MVC non è stata quindi dimostrata.
L’occlusione è emersa come la complicanza più frequente in entrambi i gruppi, ma il tasso di rimozione precoce del catetere è stato significativamente più alto tra i pazienti con midline. In termini pratici, questo si traduce in un maggior rischio di dover riposizionare un nuovo dispositivo, con un impatto diretto sulla qualità dell’assistenza, sui costi e sul comfort del paziente.
Lo studio presenta però alcune limitazioni da considerare: la ridotta numerosità del campione, il disegno monocentrico, l’adattamento del protocollo nel corso del tempo e l’impossibilità di mantenere il cieco (data la natura open-label della ricerca). Tutti fattori che, pur non invalidando i risultati, suggeriscono prudenza nell’interpretazione.
Pratica infermieristica:
Per gli infermieri impegnati nella gestione degli accessi vascolari, questo studio rappresenta un campanello d’allarme. Sebbene i midline continuino ad avere un ruolo importante, soprattutto nei contesti ambulatoriali, non possono ancora essere considerati un’alternativa clinicamente equivalente ai PICC. La valutazione dell’accesso più appropriato deve rimanere individualizzata, basata sulla durata prevista della terapia, sulla condizione clinica del paziente e sulla probabilità di complicanze.
Fino a quando studi più ampi e controllati non dimostreranno il contrario, la prudenza resta d’obbligo.
da: Rosenberg, K. More adverse events with midline venous catheters. Am. J. Nurs.. 2025;125(8):62. doi:10.1097/AJN.0000000000000130.