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Infermieri. Come effettuare un’iniezione sottocutanea. Tecnica e complicanze

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 04/01/2019 vai ai commenti

Nursing

L’iniezione sottocutanea non è una pratica scevra da complicanze e problemi, per questo vedremo brevemente come praticarla e gli accorgimenti idonei a renderla sicura.

La via di somministrazione sottocutanea

La via di somministrazione sottocutanea consiste nell'iniezione di un prodotto nel tessuto sottocutaneo o ipodermico, cioè nel tessuto cellulo-adiposo situato tra derma e muscolo.

Viene utilizzata per somministrare numerosi farmaci: insulina, eparina, allergeni, epoietina, ormoni della crescita, interferone, vaccini etc. Alcuni di questi medicamenti richiedono più somministrazioni, a volte più volte al giorno, e spesso sono autosomministrati dal paziente.

In rapporto alla via intramuscolare, l'assorbimento per via sottocutanea è più lento perché l'ipoderma è meno vascolarizzato del tessuto muscolare; la velocità di assorbimento aumenta con la temperatura cutanea, ad esempio nell'esercizio fisico, quando si fa un bagno caldo o si sfrega la zona di iniezione.

 

Nella gestione pratica, una valida modalità di somministrazione sottocutanea deve tener conto di tre fattori essenziali:

  • il sito di iniezione
  • la tecnica iniettiva
  • la scelta dell'ago.

 

Preparazione dell’iniezione sottocutanea

Verificare l’identità del paziente, informarlo sul trattamento, le modalità di iniezione e gli effetti indesiderati, verificare il farmaco, la sua compatibilità per l’iniezione sottocute, scadenza, dose, aspetto, orario, verificare le allergie.

La sottocutanea può essere iniettata tramite siringa o con le penne per iniezione.

Siringa: preferire un ago corto; la scelta della lunghezza dell'ago evita una somministrazione nel derma, o in muscolo, con il rischio di dolore o ematomi e la modificazione della cinetica di assorbimento: se aumenta la velocità di assorbimento somministrando insulina si rischia una crisi ipoglicemica. Un'iniezione troppo superficiale può provocare reazioni cutanee.

Le penne per iniezione: è importante consultare le istruzioni e l'assenza di ostacoli al funzionamento del dispositivo facendo uscire dall'ago una goccia di prodotto, prima di scegliere la dose da iniettare Ciascun iniettore a penna va identificato con il nome del paziente. I farmaci conservati in frigo vanno portati a temperatura ambiente per rendere l'iniezione meno dolorosa.

 

Preparare il paziente

Scegliere la zona di iniezione. La scelta della zona di iniezione dipende dal prodotto da iniettare, dalla corporatura del paziente e dalle sue preferenze. Nel punto di iniezione non ci devono essere lesioni, edemi, ematomi o lipodistrofie. Sono da evitare le aree in prossimità di tendini o prominenze ossee.

È preferibile evitare aree in cui il tessuto sottocutaneo è troppo sottile o su aree muscolari molto sollecitate, ad esempio da attività sportive.

In caso di iniezioni ripetute vanno privilegiate la parete addominale, la parte esterna delle braccia e quella anteriore delle cosce, che consentono, per le loro dimensioni, la rotazione del punto di iniezione.

La tecnica di rotazione consiste nello spaziare le iniezioni da 10 a 25 mm e nello spostare l'ago in senso orario. Una volta esaurita l'area, se ne sceglie un'altra.

 

Eseguire l’iniezione

Quando il prodotto da iniettare è in sospensione, è importante ruotare il flacone, la siringa o la penna di almeno 180 gradi, per 20 volte per rendere la sospensione omogenea.

Il tessuto sottocutaneo varia in relazione a:

  • sesso
  • età
  • body mass index (Bmi)

Quindi, a seconda dell'ago utilizzato, bisogna adattare la tecnica di iniezione alla tipologia di paziente per evitare una somministrazione intramuscolare.

La siringa va tenuta tra indice e pollice, come una freccetta.L’ago va inserito con un gesto rapido e preciso, senza provocare affossamento della cute, e il farmaco va iniettato lentamente.

Gli aghi più comuni sono quelli da 4,5 e 6 mm, utilizzati soprattutto nelle siringhe pre-riempite o nelle penne insuliniche. L'utilizzo della lunghezza superiore è sconsigliato.

Sono generalmente di lunghezza superiore (16 mm) quelli delle classiche siringhe da insulina.

Gli aghi da 4 e 5 mm possono essere inseriti nella cute a 90°, mentre per gli aghi da 6 mm o più va eseguita la tecnica della plica (o del “pizzicotto”) oppure inseriti con un’angolatura di 45°: si pinza la cute tra due dita formando una plica spessa 25 mm per sollevare il tessuto sottocutaneo ma non quello muscolare.

Negli adulti magri e negli anziani va usato un’ago di 4mm, creando una plica cutanea ed inserendo l'ago a 45° rispetto alla cute.

La plica aumenta il rischio di puntura negli operatori sanitari (e nei pazienti) per questo è preferibile usare aghi corti. Quando si fa la plica è una buona precauzione lasciare uno spazio di 25 mm e mettere l'ago al centro della plica.

Non è necessario aspirare.

Effetti indesiderati

Oltre agli effetti indesiderati sistemici dei farmaci somministrati, le iniezioni sottocutanee espongono a reazioni locali: dolore, ecchimosi, indurimenti, ematomi, lipodistrofie e necrosi cutanea.

 

  • Come ridurre l’intensità del dolore. Secondo due studi comparativi ed uno retrospettivo, lasciare nella siringa da 0.1 a 0.3 ml di aria da iniettare con il prodotto, riduce l'intensità del dolore e la reazione nel punto di iniezione. I prodotti iniettati erano eparina a basso peso molecolare e interferone. Questa tecnica permette di iniettare tutta la dose.
  • Lipodistrofie, modificazioni del tessuto adiposo sottocutaneo. Queste possono essere

ipertrofiche, lipoiperdistrofie, con la formazione di noduli ed indurimenti sottocutanei

lipoatrofiche, ovvero mancanza di adipociti con la formazione di una incava sulla superficie cutanea.

 

Dopo l’iniezione

Comprimere senza massaggiare. Massaggiare il punto di iniezione può aumentare la velocità di assorbimento del farmaco (non è l’obiettivo dell’iniezione). Mantenere una pressione sulla zona di iniezione per circa un minuto teoricamente riduce le reazioni locali in quanto diminuisce il reflusso del farmaco.

 

da:

Assistenza e Ricerca infermieristica

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