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Arriva il vermocane nei mari del Sud. Cos’è e cosa fare in caso di puntura

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 30/05/2024 vai ai commenti

AttualitàCronache sanitarie

Conosciuto come verme di fuoco o tegna barbuto, il vermocane,  l'Hermodice carunculata, questo il nome scientifico, è un verme marino, una creatura carnivora e molto vorace, in grado di risultare particolarmente insidiosa per le specie autoctone nonché dannosa per i pescatori, che quest’estate invaderà i mari dell’Italia del sud, ed in particolare Sicilia, Calabria e Puglia, causa l’innalzamento delle temperature.

 

Cos’è e come agisce

È un anellide dotato di setole urticanti e, se infastidito o anche urtato inavvertitamente, può infliggere dolorose irritazioni, lanciando gli aghi a uncino verso la minaccia. Il vermocane è una creatura lenta e non è considerato una minaccia per gli esseri umani, ma le setole, quando svasate, possono penetrare nella pelle umana, iniettando una potente neurotossina e producendo un'intensa irritazione e una dolorosa sensazione di bruciore attorno all'area di contatto. La puntura può portare anche a nausea e vertigini.

Questa sensazione dura fino ad alcune ore, ma si può continuare ad avvertire un formicolio doloroso intorno all'area di contatto. I vermocane misurano solitamente 15 cm di lunghezza media, ma possono raggiungere fino a 30 cm.

 

Cosa fare se si viene a contatto con un vermocane

La raccomandazione è di non sfregare la zona punta, neanche se sotto un flusso d’acqua. Se si sfrega, buona parte delle chete penetrate nella cute si rompono, inducendo una risposta infiammatoria molto più forte e il resto si disperde in zone adiacenti o no, tramite la mano usata per sfregarsi. La letteratura medica suggerisce di rimuovere le setole senza spezzarne la punta, con l’uso di  un nastro adesivo da appoggiare delicatamente sulle setole (non aderente alla pelle) in modo da staccarle dalla pelle.

Di solito la risposta infiammatoria non è immediata: si attiva dopo qualche minuto dalla puntura. Nella maggior parte dei casi è solo un fastidio specie se le setole si conficcano dove la pelle è più spessa (pianta del piede, polpastrelli.). Se però il contatto è stato esteso e la pelle della zona punta è sottile il dolore, il gonfiore e l’intorpidimento possono durare anche nei giorni successivi, e può essere saggio rivolgersi al medico che di norma consiglia l’utilizzo delle pomate usate per le punture di insetti. (da Monitoraggio vermocane)