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Moderna testa vaccino aggiornato contro Delta. Allo studio vaccino unico Covid-Influenza dal 2023

Paul Burton, capo dei ricercatori di Moderna, ha dichiarato:

"La Società Farmaceutica sta portando avanti i test per il vaccino in grado di contrastare meglio la Delta e le altre varianti"

 

Le varianti del Covid-19 stanno provocando un nuovo picco di contagi in diversi Paesi del mondo, soprattutto quelli con una percentuale di vaccinati più bassa. Ma presto potrebbe arrivare una versione aggiornata del vaccino, che Moderna sta testando proprio in queste settimane, efficace in particolare contro la variante Delta.

L’azienda sta continuando a distribuire la prima versione del vaccino, ma se la variante dovesse rivelarsi ancora più problematica, allora potrebbe cominciare la distribuzione della versione aggiornata del siero.

 

Sicurezza vaccinale: quali garanzie abbiamo?

Sui vaccini a Rna - Moderna e Pfizer - prosegue Burton, “abbiamo dati sulla sicurezza che ormai comprendono 300 milioni di dosi e 150 milioni di persone in tutto il mondo, oltre alla ricerca in laboratorio che ha preceduto i test sull'uomo.

Quando inietti le particelle di Rna nel muscolo, le vedi degradarsi nel giro di pochi minuti. In nessun modo entrano nel nucleo delle cellule, dove si trova il Dna, e tantomeno hanno la possibilità di alterarlo. Di questo abbiamo una certezza cristallina. Ci sono i rari casi di miocardite, ma è un rischio talmente piccolo rispetto al Covid che non avrei dubbi. Ho due nipoti sotto ai 18 anni in Australia e mi sono sentito sollevato quando si sono vaccinati con Moderna.

 

A proposito di vaccini e miocarditi, che legame è riscontrabile?

Non abbiamo ancora capito il legame biologico fra vaccini e miocarditi - spiega lo Chief Medical Officer della biotech americana, laureato in cardiologia a Londra - Abbiamo i dati sulla sicurezza di un milione e mezzo di ragazzi fra 12 e 18 anni provenienti da Europa, Australia e Giappone, dove il vaccino è approvato per questa fascia d'età. Vediamo che i casi compaiono a partire dai 15 anni, soprattutto nei maschi, per raggiungere un massimo tra 18 e 24. Ipotizziamo che il testosterone possa giocare un ruolo, e che per questo i bambini e le ragazze siano protetti. Anche gli studi sulle miocarditi in generale, non legate alla vaccinazione, mostrano un aumento solo a partire dai 14-15 anni

 

Terza dose: qual'è lo stato dell'arte?
Quanto all’opportunità della terza dose, il ricercatore spiega che “gli anticorpi calano dopo 6-8 mesi. Non sappiamo bene cosa accade alla memoria cellulare, ma le curve epidemiologiche in vari paesi del mondo ci dicono che dopo questo lasso di tempo aumentano i contagi fra i vaccinati. La terza dose è una scelta pragmatica, davanti all'inverno che si avvicina e a una variante Delta così efficiente nel contagiare. La terza dose in questo momento è una scelta di buon senso. Abbiamo consigliato un dosaggio dimezzato, 50 microgrammi, e l'Agenzia europea per i medicinali ha accolto la nostra indicazione. A primavera sapremo se gli anticorpi si sono mantenuti alti o se continueremo ad avere bisogno di richiami.

 

Vaccino unico a mRNA per influenza e CoVid, a che punto siamo?
Penso che per l’autunno del 2023 saremo pronti a somministrare un’unica fiala contro Covid e influenza. Poi abbiamo allo studio vaccini per altre malattie respiratorie e per infezioni latenti come il citomegalovirus, contro il quale i metodi tradizionali per fare vaccini hanno sempre faticato. Penso che l’Rna sia uno strumento importante per combattere molte malattie, sia oggi che nel futuro.