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Essere infermiere, donne ed in menopausa. Dall'orario flessibile allo stop notti: nessuna tutela

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 17/03/2022

Leggi e sentenzeProfessione e lavoroPunto di Vista

In Italia, per quanto riguarda le donne, ad oggi, trascorrono circa 15-20 anni della vita lavorativa in menopausa. Questo a causa dell’innalzamento dell’età pensionabile e relativamente all’età media delle lavoratrici, che specie nella popolazione infermieristica, si aggira intorno ai 45-55 anni.

La menopausa è un evento fisiologico per la donna caratterizzato da profondi cambiamenti ormonali che si verificano generalmente tra i 45 e i 55 anni. Il processo è progressivo, può determinare una sintomatologia la cui durata può durare da qualche mese a qualche anno e può aumentare il rischio per le malattie cardiovascolari (ipertensione arteriosa, infarto cardiaco, ictus cerebrale), osteoporosi e diabete di tipo 2 soprattutto se vi è un concomitante incremento di peso.

I sintomi

I sintomi più comuni, nelle donne in menopausa, sono:

Vampate di calore

Incremento del peso corporeo e del grasso addominale

Stanchezza e difficoltà di concentrazione

Insonnia

Eccessiva sudorazione notturna e diurna

Sbalzi d’umore

Irritabilità ed ansia

Disturbi uro-genitali

 

Ripercussioni sul lavoro

Diversi studi sulle lavoratrici in menopausa hanno mostrato che la sintomatologia associata a questo ‘delicato’ periodo si ripercuote negativamente sul lavoro sia per il numero di assenze dovute alle cure (fino all’abbandono del posto di lavoro)  che per la riduzione della capacità lavorativa dovuta a stanchezza, insonnia, perdita di concentrazione e diminuzione della memoria. L’osteopenia e l’osteoporosi determinano l’aumento del rischio di patologie muscolo scheletriche con maggiore possibilità di fratture e lussazioni per infortuni.

 

Tutele inesistenti

Dalle divise, all’areazione alla flessibilità dell’orario. Nessun contratto collettivo e nessuna legislazione attualmente, prevede delle tutele per le donne in menopausa. E’ possibile però rendere l’ambiente di lavoro consono alle esigenze delle lavoratrici in questo particolare periodo della vita, in ottemperanza alla normativa vigente che prevede la valutazione del rischio tenendo conto dell’età e della differenza di genere.

Questo comporta, prevedere la possibilità di non adibire le donne in menopausa a carichi eccessivi di lavoro,  a dare loro la possibilità, se vogliono, di essere esonerate dal lavoro notturno o ottenere limitazioni sui carichi.

Ed ancora rendere  il lavoro flessibile un'impostazione predefinita attraverso:

- l'introduzione dell'obbligo legale per i datori di lavoro di considerare quali modalità di lavoro flessibile sono disponibili in un ruolo. Se un datore di lavoro non ritiene che siano possibili accordi di lavoro flessibili, dovrebbe essere tenuto a precisare le circostanze eccezionali che giustificano tale decisione.

Andrebbero previsti:

-Informazioni e supporto adeguati per tutti i lavoratori che vivono la menopausa e sintomi della menopausa
- Valutazioni del rischio tenendo conto delle esigenze specifiche dell'individuo
- Adeguamenti alle condizioni di lavoro messi in atto in modo proattivo
- Formazione e sensibilizzazione di tutto il personale sulla menopausa, al fine di superare il reiterato stigma e tabù ancora esistente.

 

All’estero

In Inghilterra, i datori di lavoro inglesi sono stati sollecitati ad aggiornare la loro policy per sostenere le donne in menopausa. Secondo il Times, negli ultimi quattro anni le cause di lavoro che fanno riferimento alla menopausa sono aumentate di quasi il doppio, e ciò perché le donne si sentono discriminate sul lavoro.

Nei primi sei mesi del 2021 la menopausa è stata citata in ben 116 cause presso i tribunali del lavoro inglesi, mentre erano stati soltanto 5 i casi giudiziari che vi avevano fatto riferimento negli ultimi nove mesi del 2018. 

 

Fonti: INAIL e Altalex