Ossigenoterapia e trasporto aereo: ad oggi Linee Guida ma nessun obbligo nazionale.
I diritti delle persone con disabilità e di quelle con mobilità ridotta nel trasporto aereo sono stabiliti a livello europeo dal Regolamento (CE) n. 1107/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 5 luglio 2006. L’'Art. 3 di tale regolamento prevede che: "Un vettore aereo, un suo agente o un operatore turistico non può rifiutare, per motivi di disabilità o mobilità ridotta: a) di accettare una prenotazione per un volo in partenza o in arrivo a un aeroporto al quale si applica il presente regolamento; b) di imbarcare una persona con disabilità o a mobilità ridotta in tale aeroporto, purché la persona interessata sia in possesso di un biglietto valido e di una prenotazione".
Per pazienti affetti da patologie polmonari o cardiache, resi dipendenti dall’ossigenoterapia, purtroppo non è affatto scontata la possibilità di accedere agevolmente al trasporto aereo di linea. Si tratta, in particolar modo, di malati rari e cronici affetti da malattie come fibrosi cistica, malattie polmonari fibrosanti, ipertensione arteriosa polmonare, enfisema, insufficienza cardiaca e altre pneumopatie croniche ostruttive spesso in cura presso centri specializzati lontano dal luogo di residenza, costretti quindi a spostarsi spesso e con urgenza.
In Italia le indicazioni di sicurezza per il trasporto aereo sono gestite dall’Ente Nazionale Aviazione Civile (ENAC). Ad oggi gli unici dispositivi abilitati a volare sono i concentratori elettrici di ossigeno (che utilizzano l’ossigeno già presente nell’aria e ne erogano pochi litri al minuto) e le bombole di ossigeno gassoso. Restano escluse dalla possibilità di essere utilizzate a bordo dei velivoli le bombole di ossigeno criogenico, quelle più comunemente note come stroller, utilizzate normalmente in casa e che contengono ossigeno liquido. Come infatti noto a chi lavora nel settore, ogni azienda fornitrice di dispositivi per l’ossigeno criogenico ha un proprio meccanismo di aggancio e ricarica, ponendo una limitazione nelle tipologie di bombole accettate a bordo e aggiungendo la difficoltà di poter ricaricare il proprio stroller in un’altra unità madre. Tutto ciò crea parecchi disagi in caso di trasporto aereo urgente dei pazienti in quanto diventa molto difficoltoso verificare che la bombola di ossigeno in uso da parte del paziente sia in linea con i regolamenti delle diverse compagnie aeree e compatibile con la dotazione dell’aeromobile.
Per analizzare al meglio le problematiche sul trasporto aereo di pazienti in ossigeno è importante sapere che esiste una regolamentazione mondiale sul trasporto aereo delle merci pericolose, le cosiddette “Dangerous Goods”. Tale regolamentazione vieta di trasportare in cabina passeggeri dispositivi personali di erogazione di ossigeno che utilizzano bombole di ossigeno liquido, comunemente indicate come “stroller”. Il suddetto divieto, attraverso le raccomandazioni in materia emanate dalla ICAO, esiste a livello mondiale e nasce da considerazioni sulla pericolosità di tali dispositivi per la sicurezza dei velivoli, dei passeggeri trasportati e delle persone sorvolate, dovuta appunto alla presenza di ossigeno liquido nella cabina passeggeri; a questo divieto si devono attenere tutte le compagnie aeree del mondo.
Tuttavia esiste un’alternativa, sono infatti trasportabili in cabina, a seguito del passeggero che ne richiede l’utilizzo, i POC (Portable Oxygen Concentrator Device - Dispositivi Portatili Concentratori di Ossigeno). Al fine di poter consentire e disciplinare l’utilizzo a bordo dei POC, l’ENAC ha emesso apposite Linee Guida in materia nel novembre 2013, intitolate “Utilizzo a bordo di dispositivi portatili concentratori di ossigeno (Portable Oxygen Concentrator Device - POC)”, nel quale, a beneficio degli operatori aerei sono elencati tutti i dispositivi che possono essere imbarcati senza necessitaÌ€ di ottenere ulteriori autorizzazioni.
La soluzione migliore sarebbe probabilmente che fossero le compagnie aeree stesse a fornire il supporto all’ossigenazione. In questo modo si eviterebbe di presentare documentazioni e certificazioni di idoneità al volo dei dispositivi: quindi, che si tratti di un trasporto urgente per motivi sanitari o di un viaggio “di piacere”, al malato sarebbe sempre consentito di spostarsi liberamente, nel rispetto delle regole e nella sicurezza di tutti.
Purtroppo solo alcune compagnie aeree (ITA Airways è tra queste), se espressamente richiesto dal passeggero, mettono a disposizione l’assistenza che prevede l’erogazione dell’ossigeno a bordo durante il viaggio. Questo servizio è previsto anche per i pazienti cosiddetti “allettati”ma ad oggi però non esiste un obbligo, sia nazionale sia internazionale che imponga a tutte le compagnie di offrire tale assistenza.