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TFR/TFS anticipato per i dipendenti pubblici? Ecco la decisione della Consulta

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 22/05/2023 vai ai commenti

La SentenzaLeggi e sentenzeProfessione e lavoro

La Corte Costituzionale si è finalmente pronunciata sulla questione del pagamento differito del TFR/TFS ai dipendenti pubblici, tanto atteso da oltre 3 milioni di lavoratori. Con la sentenza n. 92 dell'11 maggio, la Suprema Corte ha respinto alcune disposizioni locali della legge della Regione Siciliana (25/05/2022 n. 13) che consentivano l'anticipazione del trattamento di fine servizio per i dipendenti in pensione. Tuttavia, la decisione sulle modalità di erogazione dell'anticipo del TFS nell'impiego pubblico è stata rimandata, lasciando i lavoratori ancora in attesa di una risposta.

I tempi per la liquidazione del TFS/TFR per i dipendenti pubblici possono variare notevolmente, da 105 giorni fino a 7 anni, a seconda del motivo della cessazione dell'attività lavorativa. La liquidazione viene effettuata rapidamente, entro 105 giorni, solo in caso di decesso o inabilità del lavoratore. Tuttavia, per i lavoratori in pensione anticipata, l'attesa si prolunga fino a quasi 5 anni. Nel caso di pensionamento per raggiunti limiti di età o di servizio, la liquidazione non viene erogata prima di 12 mesi dalla cessazione dell'attività lavorativa. In caso di dimissioni o licenziamento, il pagamento della prestazione spettante viene effettuato non prima di 24 mesi.

La modalità di pagamento della liquidazione dipende dall'importo complessivo. Se l'ammontare è pari o inferiore a 50.000 euro, la somma viene corrisposta in un'unica soluzione. Se l'importo è superiore a 50.000 euro ma inferiore a 100.000 euro, il pagamento avviene in due rate annuali. Se l'ammontare è pari o superiore a 100.000 euro, la liquidazione viene erogata in tre rate annuali. Tuttavia, il pagamento rateale allunga notevolmente i tempi di liquidazione, poiché la seconda e la terza tranche vengono corrisposte rispettivamente dopo 12 e 24 mesi dalla data di decorrenza del diritto al pagamento della prima tranche.

L'unica opzione immediata per i dipendenti pubblici che desiderano ottenere il TFR in tempi brevi è rappresentata dai prestiti offerti dalle banche convenzionate. Tuttavia, tali prestiti sono limitati a un massimo di 45.000 euro e comportano interessi di circa 1.500-2.000 euro. Un'altra possibilità è rappresentata dai finanziamenti dell'INPS, che anticipa l'intero importo della liquidazione. Tuttavia, anche in questo caso sono previsti interessi e spese amministrative da pagare.

Qualora la Corte Costituzionale avesse dichiarato illegittimo il pagamento differito del TFR/TFS, lo Stato si sarebbe trovato di fronte alla necessità di reperire diversi miliardi di euro per pagare il TFS ai dipendenti pubblici in pensione. Tale situazione avrebbe rappresentato un grave rischio di collasso per l'INPS, considerando che nel solo 2024 circa 150.000 lavoratori del settore pubblico andranno in pensione, generando una spesa previdenziale superiore a 10 miliardi di euro.

Pertanto, nella memoria difensiva presentata alla Corte Costituzionale, l'istituto di previdenza ha cercato di evitare la questione facendo una distinzione tra il TFS, che riguarda i dipendenti assunti fino al 31 dicembre 2000, e il TFR, trattamento di fine rapporto riservato a coloro che sono stati assunti nel settore pubblico a partire dal 1° gennaio 2001. Il TFR viene considerato come una retribuzione differita trattenuta mensilmente dallo stipendio.

In una sentenza precedente (la n. 159/2019), la Corte Costituzionale aveva stabilito che non vi fosse alcuna differenza tra il TFR e il TFS, e aveva suggerito al Parlamento di intervenire per risolvere la questione del differimento, ma fino ad ora non sono state apportate modifiche significative.

L'attesa per una risoluzione definitiva sulla questione del pagamento differito del TFR/TFS ha creato una situazione di incertezza per i dipendenti pubblici, i quali, in molti casi, si trovano costretti a far fronte a lunghe attese per ricevere quanto loro spetta. La decisione della Corte Costituzionale avrebbe potuto avere implicazioni significative sul sistema previdenziale italiano, mettendo a rischio l'equilibrio finanziario dell'INPS e richiedendo ingenti risorse da parte dello Stato.

Nonostante le numerose attese e le richieste di intervento, finora non sono state apportate soluzioni concrete al problema del pagamento differito del TFR/TFS. I dipendenti pubblici continuano ad affrontare tempi di attesa estesi e spesso devono fare affidamento su prestiti bancari o finanziamenti per ottenere in tempi brevi la liquidazione a cui hanno diritto. Resta da vedere se il Parlamento o altre istituzioni prenderanno in considerazione la questione e adotteranno misure adeguate per garantire una più rapida e giusta erogazione del TFR/TFS ai dipendenti pubblici.